
Una persona per bene - Ep. 06
Ethan era più che deciso a parlare con Mr Hubbs, aveva atteso giorni al telefono con la sua segretaria prima che l’uomo si decidesse ad accettare di parlare con lui. Ogni volta una scusa diversa e non riusciva mai a farselo passare, tanto che la segretaria stessa gli consigliò di non chiamare più. Poi all’improvviso un giorno, quando ormai stava perdendo ogni speranza, l’uomo si fece passare la chiamata e i due ebbero modo di parlare. A dire il vero Ethan non riuscì a dire molto, Mr Hubbs gli disse in modo veloce e sbrigativo che lo avrebbe incontrato la mattina seguente presso la sua abitazione, si raccomandò puntualità e senza lasciare il tempo a Ethan di dire altro riagganciò la chiamata.

Quella notte non riuscì a dormire molto, ma ovviamente questo fece sì che si presentasse in perfetto orario come gli era stato richiesto e poco importava se era stato nascosto lì vicino per quasi 3 ore prima di avvicinarsi alla casa. La cosa positiva fu che vide passare la limousine che portava a scuola Celia, non riuscì a vedere bene la ragazza, ma la sua sagoma dietro i vetri scuri e il sapere che lei era lì fu un motivo sufficiente per sentirsi ancora più motivato.
La villa della famiglia Hubbs era enorme e Ethan si sentì ancora più piccolo e insignificante davanti ad essa. Fece un respiro profondo e ricordò a sè stesso perchè era lì, ripassò mentalmente il discorso che si era imparato a memoria. Le sue argomentazioni erano solide e aveva pronte le risposte ad ogni eventuale dubbio di Mr Hubbs.

Si schiarì la voce e bussò alla porta. Non che avesse senso schiarirsi la voce prima di bussare, ma era così agitato che non sapeva nemmeno lui cosa stesse facendo. Le mani gli sudavano, così le strofinò sui pantaloni e si schiarì di nuovo la voce. Il maggiordomo aprì la porta e lo squadrò da capo a piedi, Ethan era così agitato che riuscì solo a balbettare un:
- S-sono Mr Hubbs! - e quando il maggiordomo alzò un sopracciglio, lui si corresse in fretta. - Cioè sono qui per Mr Hubbs! - disse - Abbiamo un appuntamento! - aggiunse sempre più nervoso.
L’altro fece un mal celato sospirò e lo invitò a seguirlo nel grande salone. Quella casa era enorme, ordinata e piena di cose costose. Improvvisamente si sentì inadeguato ancor più di prima, forse avrebbe dovuto presentarsi in giacca e cravatta, Finley lo avrebbe fatto e lo avrebbe fatto qualsiasi altro giovane al suo posto. Si sentì un vero idiota, ma tuttavia sperò che la cosa potesse dimostrare a Mr Hubbs quanto le sue intenzioni fossero sincere e pulite.
L’uomo lo stava aspettando nel salone e senza tante cerimonie lo invitò a sedersi e chiese al domestico di preparare del tè.

- E così tu sei Ethan Marlow! -
disse l’uomo sottolineando l’ovvio.
- S-sì Signore! - rispose balbettando, quindi si schiarì la voce prima di continuare. - Ci siamo visti al ricevimento qualche settimana fa’, mi dispiace non essermi presentato a dovere quella sera, ma… - iniziò a dire, ma l’altro lo interruppe.
- Non importa, sei qui per questo immagino! - era un uomo severo, ma Ethan si sentì stranamente a suo agio, l’uomo pareva di certo più ben disposto rispetto alla sera del ricevimento.
- Sì, esatto! Volevo parlare di una cosa a cui tengo molto. - Ethan sentiva come un nodo alla gola, era molto agitato, il cuore che gli batteva all’impazzata e lui che tentava disperatamente di restare calmo e concentrato.
- Ti prego non dirmi che vuoi propormi qualche progetto da finanziare. Immagino che tuo fratello abbia fondi a sufficienza per questo e se lui ti ha detto di no, non è di certo qualcosa degno di nota. - chiarì subito l’altro.
- N-no! A dire il vero volevo parlare di un’altra cosa… - il tono si abbassò leggermente, così come il suo sguardo.
- Non importa, sei qui per questo immagino! - era un uomo severo, ma Ethan si sentì stranamente a suo agio, l’uomo pareva di certo più ben disposto rispetto alla sera del ricevimento.
- Sì, esatto! Volevo parlare di una cosa a cui tengo molto. - Ethan sentiva come un nodo alla gola, era molto agitato, il cuore che gli batteva all’impazzata e lui che tentava disperatamente di restare calmo e concentrato.
- Ti prego non dirmi che vuoi propormi qualche progetto da finanziare. Immagino che tuo fratello abbia fondi a sufficienza per questo e se lui ti ha detto di no, non è di certo qualcosa degno di nota. - chiarì subito l’altro.
- N-no! A dire il vero volevo parlare di un’altra cosa… - il tono si abbassò leggermente, così come il suo sguardo.

- Bene! Allora dimmi, data la tua insistenza immagino sia qualcosa di importante. - disse l’uomo, mentre con lo sguardo pareva penetrarlo, come a volergli leggere dentro.
- Sì! Bene! Insomma lo è. E’ la cosa più importante della mia vita e la ringrazio per avermi concesso questo incontro. - Ethan sentì la speranza riaffiorare in lui, così iniziò col discorso che si era ripetuto centinaia e centinaia di volte nella mente. - Vede Mr Hubbs, io so cosa si dice sul conto di mio fratello, ma le posso assicurare che sono solo voci. -
- Non dirmi che sei qui per parlare di Finley… - lo interruppè infastidito Mr Hubbs.
- No, no! Volevo solo dire che mio fratello e un bravo ragazzo, ha rilanciato l’azienda di famiglia ed è un gran lavoratore e io sono una persona per bene. Ho sempre studiato e sto continuando, ho dei progetti per il futuro e voglio lavorare. Non sono il genere di uomo che vivrebbe di rendita ecco. -
- Bene, è importante che un uomo si dia da fare nella vita. - approvò soddisfatto l’uomo. - Però ho sentito che studi arte, pensi di fare l’artista? Gli artisti sono degli squattrinati, hippie senza regole, è questo ciò che vuoi dalla vita? - chiese severo. Era chiaro che non approvasse quel tipo di vita.
- Sì! Bene! Insomma lo è. E’ la cosa più importante della mia vita e la ringrazio per avermi concesso questo incontro. - Ethan sentì la speranza riaffiorare in lui, così iniziò col discorso che si era ripetuto centinaia e centinaia di volte nella mente. - Vede Mr Hubbs, io so cosa si dice sul conto di mio fratello, ma le posso assicurare che sono solo voci. -
- Non dirmi che sei qui per parlare di Finley… - lo interruppè infastidito Mr Hubbs.
- No, no! Volevo solo dire che mio fratello e un bravo ragazzo, ha rilanciato l’azienda di famiglia ed è un gran lavoratore e io sono una persona per bene. Ho sempre studiato e sto continuando, ho dei progetti per il futuro e voglio lavorare. Non sono il genere di uomo che vivrebbe di rendita ecco. -
- Bene, è importante che un uomo si dia da fare nella vita. - approvò soddisfatto l’uomo. - Però ho sentito che studi arte, pensi di fare l’artista? Gli artisti sono degli squattrinati, hippie senza regole, è questo ciò che vuoi dalla vita? - chiese severo. Era chiaro che non approvasse quel tipo di vita.

- No! Io non… no! Voglio diventare un fotografo, Signore! Vorrei fare mostre e vendere i miei scatti. Ci sono riviste come il National Geographic che sono pronte a pagare molto bene per gli scatti migliori. -Ethan amava anche solo parlare di questo suo progetto, ma Finley non lo prendeva mai molto sul serio. A dirla tutta suo fratello non prendeva mai nulla troppo sul serio.
- E questo per te è un lavoro? - domandò inquisitorio l’uomo. Ethan si sentì messo con le spalle al muro, forse non era abbastanza per dare a Celia il tenore di vita a cui era abituata.
- Io… credo… - balbettò mentre l’altro pareva spazientirsi. - Sinceramente stavo valutando l’idea di cambiare percorso di studi, magari potrei andare a lavorare per mio fratello nell’azienda di famiglia. -disse serio, seppur scoraggiato.
- E questo per te è un lavoro? - domandò inquisitorio l’uomo. Ethan si sentì messo con le spalle al muro, forse non era abbastanza per dare a Celia il tenore di vita a cui era abituata.
- Io… credo… - balbettò mentre l’altro pareva spazientirsi. - Sinceramente stavo valutando l’idea di cambiare percorso di studi, magari potrei andare a lavorare per mio fratello nell’azienda di famiglia. -disse serio, seppur scoraggiato.
Mr Hubbs si limitò ad annuire lasciando che Ethan potesse continuare.
- Voglio essere in grado di provvedere alla mia famiglia un domani. Ho intenzione di sposarmi e formare una mia famiglia. -
- Bene, bene! Continua ragazzo. - qualcosa nel tono di voce dell’uomo cambiò, ma Ethan non capì se in meglio o in peggio, così continuò.
- Vede Signore io ho avuto il piacere di conoscere sua figlia alla festa ed è una ragazza semplicemente splendida, così dolce e… - avrebbe continuato raccontando di tutte le cose belle che lei gli aveva trasmesso, ma pensò che forse era meglio andare subito al punto. Ethan conosceva gli uomini d’affari e sapeva che non avevano mai abbastanza tempo. - E quindi io mi chiedevo se potessi avere l’occasione di conoscerla meglio. - disse - Come amico! - chiarì subito vedendo il sopracciglio di Mr Hubbs alzarsi pericolosamente. - So che sua figlia è ancora giovane, ma vorrei solo conoscerla meglio, vorrei che anche lei potesse conoscermi meglio, le dimostrerei che sono una brava persona, un ragazzo con la testa sulle spalle. Se sua figlia volesse e lei approvasse, sarebbe un onore per me sposarla e prendermi cura di lei. Non le farei mai mancare nulla, lo giuro! Farei di tutto per renderla felice e… -l’uomo lo interruppe.
- Basta così! - disse trattenendo a stento la rabbia. - Ti sei presentato qui in casa mia pretendendo la mano di mia figlia? Chi ti credi essere? Pensi forse che non sappia che razza di famiglia è la tua? - forse qualcosa era andato storto nel discorso di Ethan.
- Signore io vorrei solo conoscerla meglio, non mi permetterei mai di chiedere la sua mano senza conoscerla, senza esser sicuro che è ciò che vuole anche lei e ovviamente senza avere la sua approvazione Signore! - all’improvviso Ethan sentì il suo cuore esplodere. Sudava, aveva la bocca asciutta, una scarica di adrenalina gli scosse il corpo. Era letteralmente terrorizzato all’idea di essersi giocato la sua unica possibilità di conoscere meglio Celia.
- La mia approvazione?? - chiese l’uomo lasciandosi andare alla collera.
- Bene, bene! Continua ragazzo. - qualcosa nel tono di voce dell’uomo cambiò, ma Ethan non capì se in meglio o in peggio, così continuò.
- Vede Signore io ho avuto il piacere di conoscere sua figlia alla festa ed è una ragazza semplicemente splendida, così dolce e… - avrebbe continuato raccontando di tutte le cose belle che lei gli aveva trasmesso, ma pensò che forse era meglio andare subito al punto. Ethan conosceva gli uomini d’affari e sapeva che non avevano mai abbastanza tempo. - E quindi io mi chiedevo se potessi avere l’occasione di conoscerla meglio. - disse - Come amico! - chiarì subito vedendo il sopracciglio di Mr Hubbs alzarsi pericolosamente. - So che sua figlia è ancora giovane, ma vorrei solo conoscerla meglio, vorrei che anche lei potesse conoscermi meglio, le dimostrerei che sono una brava persona, un ragazzo con la testa sulle spalle. Se sua figlia volesse e lei approvasse, sarebbe un onore per me sposarla e prendermi cura di lei. Non le farei mai mancare nulla, lo giuro! Farei di tutto per renderla felice e… -l’uomo lo interruppe.
- Basta così! - disse trattenendo a stento la rabbia. - Ti sei presentato qui in casa mia pretendendo la mano di mia figlia? Chi ti credi essere? Pensi forse che non sappia che razza di famiglia è la tua? - forse qualcosa era andato storto nel discorso di Ethan.
- Signore io vorrei solo conoscerla meglio, non mi permetterei mai di chiedere la sua mano senza conoscerla, senza esser sicuro che è ciò che vuole anche lei e ovviamente senza avere la sua approvazione Signore! - all’improvviso Ethan sentì il suo cuore esplodere. Sudava, aveva la bocca asciutta, una scarica di adrenalina gli scosse il corpo. Era letteralmente terrorizzato all’idea di essersi giocato la sua unica possibilità di conoscere meglio Celia.
- La mia approvazione?? - chiese l’uomo lasciandosi andare alla collera.

- TU non avrai MAI la mia approvazione! Tu e quel poco di buono di tuo fratello… Credi che non sappia ciò che si dice in giro? E credimi non sono solo voci, più di una persona è pronta a testimoniare il via vai di donne che entrano ed escono dalla vostra casa! Tuo fratello è solo un puttaniere! Ha preso la verginità della figlia dei Takeda e delle figlie degli Spaulding, è andato a letto con tutte le donne che siano state così sprovvedute da credere alle sue moine e alcune di loro sono state costrette ad abortire il frutto di quell’errore. Tuo fratello usa e manipola le donne, ma del resto è nel vostro DNA, non è così? -Ethan non sapeva di tutte quelle cose e non credeva nemmeno alla metà di esse.
- Ma Signore io… - cercò di dire, ma l’altro era una vera furia.
- Siete solo dei briganti! Lo eravate quando siete arrivati in questa onesta città e lo rimarrete per sempre! E credimi tu non ti avvicinerai mai più a mia figlia! Devi stare alla larga da lei, non permetterò a te e al quel bastardo di tuo fratello di metterle le mani addosso. La mia Celia è una brava ragazza e merita il meglio, IL MEGLIO! E di certo quello non sei tu, ne quella tua famiglia di delinquenti senza onore. - inveì Mr Hubbs e Ethan capì che non ci sarebbe stato modo di fargli cambiare idea.
- Ma Signore io… - cercò di dire, ma l’altro era una vera furia.
- Siete solo dei briganti! Lo eravate quando siete arrivati in questa onesta città e lo rimarrete per sempre! E credimi tu non ti avvicinerai mai più a mia figlia! Devi stare alla larga da lei, non permetterò a te e al quel bastardo di tuo fratello di metterle le mani addosso. La mia Celia è una brava ragazza e merita il meglio, IL MEGLIO! E di certo quello non sei tu, ne quella tua famiglia di delinquenti senza onore. - inveì Mr Hubbs e Ethan capì che non ci sarebbe stato modo di fargli cambiare idea.

Ethan cercò di calmare l’uomo, ma senza successo. Persino il maggiordomo spuntò sulla soglia del salone per vedere cosa stesse accadendo, ma vedendo il suo datore di lavoro così arrabbiato si tenne in disparte, quasi potesse annusare il pericolo. Mr Hubbs si alzò e Ethan fece altrettanto di riflesso.
- Non voglio vederti MAI più qui, non ti devi nemmeno avvicinare a casa mia e tanto meno a MIA figlia! Persone come te dovrebbero stare in galera, non alle feste dell’alta società, tra la gente per bene. -
- Io sono una persona per bene. - piagnucolò Ethan, ma l’altro nemmeno lo ascoltava più già da un pezzo.
- E adesso FUORI DI QUI! -
- Io sono una persona per bene. - piagnucolò Ethan, ma l’altro nemmeno lo ascoltava più già da un pezzo.
- E adesso FUORI DI QUI! -

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