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Un futuro diverso - Ep. 11

Celia osservò Ethan allontanarsi e una morsa le attanagliò lo stomaco, che cosa stava facendo? Non si era comportata bene con lui e ora lo sapeva. Sua zia probabilmente si era sbagliata sul conto di Ethan e lei lo aveva insultato e offeso senza motivo. 
Corse dietro di lui e lo raggiunse. Doveva chiedergli scusa, doveva mettere a posto le cose. Sua madre le aveva insegnato ad essere gentile, a dare una possibilità alle persone e a non farsi mai guidare dai pregiudizi, e lei ora avrebbe fatto la cosa giusta, avrebbe reso sua madre fiera di lei, ovunque ella si trovasse ora.
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- Ehy Ethan… - disse cercando di richiamare la sua attenzione.
Il giovane fece ancora qualche passo prima di rendersi conto di ciò che stava accadendo. Si fermò, ma non ebbe il coraggio di voltarsi, non voleva più vedere la rabbia e la delusione sul volto di lei, non voleva più sentire quelle bugie sul suo conto e su quello di suo fratello.
Celia lo osservò incerta sul da farsi e sulla reazione di lui, ma quando l’altro si fermò lei seppe che forse aveva ancora la possibilità di rimediare al suo errore.
Lo aggirò e si fermò davanti a lei bloccandogli il cammino. 
- Celia, io… -
- No! - disse perentoria - Devo chiederti scusa per prima, non avrei mai dovuto dire tutte quelle cose. - si morse il labbro cercando di trovare il modo giusto per proseguire.
- Non devi farlo. - disse lui. - Lo so che la gente parla male della mia famiglia, di Finley e… beh a quanto pare anche di me. - scosse il capo e abbassò lo sguardo. Era stanco di sentirsi ripetere quelle cose, ormai aveva capito che la cosa migliore era tenersi alla larga da lei.
- No Ethan, devo invece. Mi dispiace davvero… - disse ancora abbassando a sua volta lo sguardo, si vergognava.
- Non importa, davvero. La tua famiglia vuole che io stia alla larga da te, non dovrei nemmeno parlare con te ora. - disse triste - L’ho promesso a mio fratello. -
- La mia famiglia? - chiede Celia aggrottando la fronte. Solo in quel momento Ethan capì che lei non sapeva nulla del suo incontro con suo padre, aprì la bocca per poi richiuderla subito dopo, non sapeva cosa dire, non poteva certo parlar male del padre con lei.
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- Avanti… perchè non sputi il rospo? - chiese con un sorriso. Ethan sospirò, si stava per mettere nei guai, ma era più forte di lui.
- Io… volevo solo… Ho parlato con tuo padre. - disse infine.
- Con mio padre? - chiese stupita - E di cosa avete parlato? Ti serve un lavoro? - 
- No. Gli ho chiesto se potevo conoscerti. - il tono della sua voce si abbassò, era certo che lei si sarebbe arrabbiata.
- Hai chiesto a mio padre se potevi conoscermi? - rise - Tu già mi conosci, no? - Celia trovò la cosa piuttosto divertente, nessun ragazzo che conosceva sarebbe mai andato da suo padre per chiederle il permesso di conoscerla, ma Ethan era diverso, così buffo, sembrava che quel ragazzo avesse la capacità di dire o fare sempre la cosa sbagliata. - Non pensi che avresti dovuto chiederlo a me? -
Ethan fissava intensamente la punta delle sue scarpe, erano sporche di terra e lui si stupì nel realizzare che stava pensando ad una cosa tanto stupida proprio in quel momento. Avrebbe dovuto andarsene, di sicuro adesso lei avrebbe ripreso ad insultarlo.
- C-cosa? - chiese confuso, non era certo di aver ben compreso le parole di lei. Celia rise ancora.
- Perchè non hai chiesto a me se potevi conoscermi? - 
- Beh perchè io… insomma tuo padre è Mr Hubbs e tu sei sua figlia, e io ho pensato che… sì sai… forse era meglio così, perchè… - aveva ripreso a farfugliare senza senso. Che idiota che era!
- Non dobbiamo mica sposarci… Se avevi voglia di parlare con me dovevi farlo e basta o credi che dovrei chiedere a tuo fratello il permesso di parlare con te ora? - il ragionamento di lei non faceva una piega, perchè lui era stato così stupido?
- Io credevo che a tuo padre avrebbe fatto piacere… - disse con aria ebete, ma Celia lo trovava così dolce, come poteva quel ragazzo essere così goffo e insicuro?
- E’ mio padre Ethan! A lui non fa piacere che i ragazzi parlino con me, sorprattutto quelli più grandi. Lui e zia Eloise credono sia una bambina ingenua, ma so come va’ il mondo e cosa vogliono i ragazzi, ma non sono tutti uguali. Giusto? - Ethan fece un sospiro, si sentiva ancora più stupido.
- E’ solo che tu sei una Hubbs, io un Marlow e tra le grande famiglie è così che funziona. Sono un idiota, vero? -
- Beh non è così che funziona per me. - disse sicura. - Non sei un idiota, è stato un pensiero carino… se fossimo nell’Ottocento. - lo pungolò lei. - A me non importa cosa fanno gli altri di solito e poi la sera della festa non hai finito di raccontarmi delle tue foto… - il sorriso di lei era così dolce e radioso.
- Mi dispiace, davvero, avrei dovuto parlare con te e basta. - scosse il capo, si sentiva davvero stupido. - Davvero vuoi sapere delle mie foto? E davvero non credi che sia fuori luogo che io parli con te, per via dell’età intendo. - alle parole di Ethan la giovane rise ancora.
- Sì, voglio davvero sapere delle tue foto e no, non credo sia fuori luogo, tra non  molto andrò all’università e frequenterò persone più grandi, è così che vanno le cose, no? - finalmente Celia vide un sorriso farsi spazio sul viso di lui. - Perchè non ci sediamo laggiù? - propose indicando una panchina poco distante.

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