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The Shadow within - Ep. 24 Finale

I soccorsi furono allertati quasi subito, il rumore dello schianto delle due auto aveva richiamato l’attenzione di molte persone. Una volta giunti sul posto i paramedici non avevano potuto fare molto, Finley era rimasto incastrato tra i rottami dei due veicoli, mentre il conducente responsabile dell’incidente era stato sbalzato fuori dall’auto. Entrambi avevano riportato lesioni gravi per le quali fu necessario un trasporto d’urgenza all’ospedale.
Solo uno dei due riuscì però a sopravvivere all’intervento, le condizioni dell’altro erano troppo gravi e quando il suo cuore cessò di battere nessuna manovra di rianimazione ebbe successo.
Era molto tardi quando il campanello di casa Marlow suonò, alla porta c’era la polizia. Ethan non capì cosa stesse accadendo e quando i poliziotti gli dissero dell’incidente si sentì quasi mancare, per un attimo gli sembrò di esser tornato bambino. Il momento peggiore fu quando realizzò il motivo di tanta contrizione da parte degli agenti, le brutte notizie non erano finite lì e come un fulmine a ciel sereno Ethan apprese della morte di suo fratello. Era solo. Tutta la sua famiglia se n’era andata, dissolta per sempre in un buio vortice di dolore e solitudine.
Calde lacrime scivolarono lungo il suo volto, non riusciva a dire nulla, gli agenti preoccupati gli chiesero se voleva avvisare qualcuno, ma lui non aveva nessuno. Con lo sguardo perso nel vuoto riuscì a mormorare solo una parola, un nome “Celia”
Fu la giovane ad occuparsi di lui, a correre in piena notte a casa sua e ad asciugare le sue lacrime. Fu Celia ad aiutarlo ad organizzare il funerale, ad accompagnarlo ad espletare tutte le pratiche e ad avvisare i pochi lontani parenti che avevano. In quei giorni Ethan pareva lo spettro di sè stesso, incapace di dire o fare alcunchè senza la sua amata Celia.
Persino la famiglia Hubbs non ebbe molto da ridire di fronte alla morte di Finley, nè Archie, nè sua sorella Eloise approvavano la relazione tra i due e non si presentarono al funerale, ma entrambi sapevano che impedire a Celia di stare con Ethan in quel momento così tragico, si sarebbe rivelato svantaggioso. Entrambi tacquero e lasciarono che le cose facessero il loro corso.
Il funerale fu lungo, pieno di gente che fino al giorno prima aveva criticato e sparlato di Finley e che ora si accalcava per rendergli omaggio e dare parole di conforto a Ethan. Lui sembrava non sentire nulla, chiuso nel suo silenzio stringeva la mano di Celia al suo fianco che, invece, si prodigava a ringraziare e a mantenere i rapporti sociali in sua vece.
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- Mi dispiace così tanto Ethan… so che le parole non servono a molto, ma quando vorrai parlarne io sarò qui. - disse dolce e comprensiva.
Dopo la cerimonia funebre i due andarono al loft di Finley per prendere le sue cose. Ethan era l’unico erede e all’improvviso si ritrovò a dover gestire tutte le proprietà di famiglia, l’azienda e l’intero patrimonio dei Marlow. Era troppo per lui, sarebbe stato troppo per chiunque e lui ora non sapeva cosa fare.
- Il telefono continua a squillare, tutti vogliono risposte da me e io non so cosa dirgli. Voglio solo… -scosse la testa, non sapeva nemmeno lui cosa voleva. - Vorrei solo un po’ di pace. - chiuse gli occhi per un attimo e fece un profondo sospiro. Celia lo strinse a sè, era la sua forza.
- Lo so… dovrebbero aver maggior rispetto, la società può andare avanti qualche giorno senza di te e poi vedremo. Ti aiuterò io e forse anche mio padre potrebb- - 
-No! - disse perentorio Ethan interrompendo la giovane. - Finley non lo avrebbe permesso, voleva che la società rimanesse in famiglia. Credo che… io assumerò qualcuno. Quando morirono mamma e papà fu Ludlow ad occuparsi di tutto, gli chiederò di farlo ancora. Resterò azionista di maggioranza e al resto ci penserà lui. - in fondo non era quello ciò che lo preoccupava davvero.
- Ok… bene. Penso sia la cosa migliore. - Celia non sapeva bene cosa dire, se ne capiva poco quanto Ethan di certe cose. - Magari potremmo andar via qualche giorno, solo io e te. - propose nel tentativo di distrarlo.
- Sì… - mormorò perso ancora una volta nei suoi pensieri. - Voglio dire no, non ora. L’avvocato di Finley vuole che sistemiamo tutti i documenti dell’eredità il prima possibile, non ho capito bene, ma credo abbia a che fare con gli azionisti e tutto il resto. A quanto pare devo rimanere in città finchè tutto non sarà a posto. - fece un sospiro, odiava anche solo l’idea di dover affrontare tutto ciò e sebbene Celia fosse sempre rimasta al suo fianco sapeva che certe cose doveva sbrigarsele da solo.
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Ethan strinse a sè Celia, se non ci fosse stata lei, si chiese cosa ne sarebbe stato di lui. Forse l’avrebbe fatta finita o chi lo sa. Doveva così tanto a quella giovane che temeva non gli sarebbe bastata una vita intera per ripagare quanto lei aveva fatto per lui.
- E di questo posto cosa ne farai? - chiese all’improvviso Celia per rompere il silenzio. Sapeva che Ethan aveva bisogno di parlare e di smettere di pensare, anche solo per poco, alla fine di Finley.
- Non lo so. - sospirò Ethan. - Ho pensato di vendere tutto, ma non è poi così male qui. - 
- No, non lo è. - concordò lei. - Beh manca un po’ il tocco femminile, ma mi piace. - 
- Sì, piace anche a me. Potrei tenerlo, venire a vivere qui… - in qualche modo quel posto era l’ultimo vero legame col fratello, l’unico che non fosse fonte di responsabilità indesiderate.
- Magari potremmo viverci insieme quando verrò a studiare qui. - si azzardò a dire Celia.
- Già… - mormorò Ethan. Una morsa gli strinse lo stomaco, un’orribile sensazione di vuoto incombente. Paura? Forse. All’improvviso le parole di Finley gli riecheggiarono nella mente: Non esiste nessun per sempre, non esiste nessun “felici e contenti”. L’amore è una cosa che va’ e viene, un vezzo e nulla più. Ciò che conta, ciò che conta davvero è solo ciò che tu puoi o non puoi fare.” . Le orecchie iniziarono a fischiargli.
- Non credo sia una buona idea. - si ritrovò a dire.
- Che vuoi dire? - chiese Celia confusa.
- Ti sto dicendo che non voglio vivere qui con te. Mi trasferirò qui da solo e venderò la Villa di famiglia. -all’improvviso si sentiva lucidamente freddo.
- O-ok! Mio padre mi ha già preso un appartamento qui in città, potremo comunque vederci ogni volta che vogliamo. -
- Credevo venissi in città per studiare… - disse lui insolitamente cinico.
- Sì, è così, ma che male c’è se questo è anche un modo per stare insieme? Credevo fossi contento che io rimanessi a studiare in città. - Celia era confusa, Ethan si comportava in modo strano, strano, ma al contempo familiare.
- Non devi restare qui per me, lo sai. Pensa a studiare, se ci sarà occasione magari ci vedremo. - si era allontanato di qualche passo da lei.
- Ethan… che ti prende? - chiese preoccupata.
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Ethan si voltò verso di lei, lo sguardo di ghiaccio, lei ne ebbe quasi paura. 
- Che mi prende? Non mi prende un bel niente. Sono solo stufo di giocare alla coppietta felice con te. Fatti la tua vita e lasciami in pace! - disse lui in modo così freddo e tagliente che Celia sentì una lama invisibile trafiggerla.
- Mi-mi stai lasciando? - chiese con voce tremante.
- Non siamo mai stati davvero insieme. - rispose lui. - Tutto quel vedersi di nascosto, non dire niente a nessuno, non sono più un ragazzino e anche tu dovresti crescere. Tuo padre ti troverà un ragazzo per bene da sposare e tu farai ciò che dice. -
- Ma di cosa stai parlando? Abbiamo fatto dei progetti insieme! -
- Progetti? Quali progetti? Vivere per sempre felici e contenti? Sveglia Celia, non esiste nessun per sempre! - sbottò lui. - E adesso lasciami in pace! - e così dicendo la oltrepassò per andare in cucina, sperava che Finley avesse lasciato dell’alcol da qualche parte in giro per casa.
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- Aspetta! - disse lei afferrandogli un polso. - Ti prego non puoi farmi questo, non puoi farci questo! Io ti amo e so che anche tu mi ami. Adesso è tutto confuso e tu- - non fece in tempo a finire la frase che lui la interruppe.
- Non c’è nulla di confuso, ora finalmente vedo le cose per come sono. I miei genitori sono morti, Finley è morto e nulla dura per sempre! Non importa se ci amiamo o no, tanto non durerà mai. Non esiste nessun per sempre e prima lo capisci, tanto meglio sarà per te! - disse divincolandosi. Ethan evitò accuratamente lo sguardo di lei, sapeva che se l’avesse guardata ora non sarebbe più stato capace di mandarla via e allo stesso tempo, per quanto quell’idea gli riempisse il petto di calore, aveva anche la capacità di terrorizzarlo a morte. La sola idea che un giorno avrebbe perso anche lei, che avrebbe sofferto per lei come ora stava soffrendo per Finley, gli era semplicemente insostenibile.
L’Ombra di Finley aveva finito per raggiungerlo e impossessarsi di lui. Tutto ciò che Finley, nei suoi ultimi minuti di vita, aveva rinnegato, si stava ora abbattendo su Ethan schiacciandolo e divorandolo nella paura primordiale della morte, del lutto, dell’abbandono. L’Amore è qualcosa di innato in noi che sempre lo bramiamo e quando pensiamo che ci abbia abbandonato o abbiamo la presunzione di pensare di averlo allontanato da noi, comunque ci fa’ soffrire, nessuno può davvero vivere senza amore e chi lo fa è e sarà sempre infelice nel suo profondo che lo ammetta oppure no.
Ethan quella sera scelse di essere infelice, rinunciò a vivere davvero e a tutto ciò che lo rendeva felice.
Celia capì che quelle erano parole di Finley, che in qualche modo il suo fantasma lo aveva plagiato, ma era anche certa che, presto o tardi, Ethan si sarebbe ricreduto e le avrebbe di nuovo aperto il suo cuore. Con le lacrime agli occhi lasciò l’appartamento di Ethan.

Alcuni mesi dopo…

Ludlow aveva ripreso il suo posto alla guida della società dei Marlow in vece di Ethan, le loro azioni avevano subito un’inflessione dopo la morte di Finley, ma la situazione si stava lentamente riassestando e il fatturato, col tempo, aveva incominciato a salire di nuovo. Ethan aveva lasciato l’università a pochi esami dalla fine, aveva venduto quasi tutte le proprietà immobiliari dei Marlow e si era trasferito nel loft che Finley aveva acquistato qualche mese prima di morire. Il giovane era decisamente cambiato e del ragazzo sognatore e ottimista che era un tempo non era rimasto più nulla, se non il ricordo.
Ethan era così diventato un emblema in ricordo del fratello scomparso. Non aveva nessuna affinità con il mondo degli affari e per questo se ne tenne alla larga impiegando il suo tempo in giro per feste e locali alla moda. Aveva iniziato ad avere molte donne intorno, ma non aveva un reale interesse per nessuna di loro, per quanto non lo volesse ammettere il suo cuore era sempre di Celia. Non aveva più saputo nulla di lei, ma immaginò che avesse iniziato l’università a San Myshuno così come aveva in mente di fare. La sola idea che lei potesse avere un altro uomo lo faceva impazzire, ma Ethan soffocava tali pensieri con l’alcol e con il sesso occasionale.
Nessuno aveva più saputo nulla di Miranda, della giovane si sapeva solo che era stata male e che era partita per raggiungere la Simeuropa e ricoverarsi in una qualche blasonata clinica della Simzzera.
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Quella sera Ethan era in uno dei locali che ormai era solito frequentare. Aveva sempre odiato posti simili e la gente che li frequentava, odiava ancora ora tutto ciò, ma quella era la sua vita ora. Far parte di una società che odiava, senza farne parte davvero era diventata la sua quotidianità.
Era al suo terzo drink e l’idea era quella di continuare a bere finchè non si fosse sentito abbastanza qualcun altro tanto da poterci provare con una delle tante ragazze presenti.
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Una voce nel locale attirò la sua attenzione, era una voce che conosceva bene e nonostante tutto, quando il suo cuore iniziò a battere più forte, diede la colpa al troppo alcol. Quella voce apparteneva a qualcuno che mai avrebbe dimenticato, qualcuno che faceva parte di lui. Col tempo sarebbe arrivato il giorno in cui Ethan si sarebbe reso conto di tutto il male che aveva fatto a questa persona, del male che si erano fatti a vicenda nel corso degli anni, ma quella sera… quella sera contava solo l’alcol che aveva in corpo e quello che ancora doveva bere per mettere definitivamente a tacere la sua anima ormai spogliata del suo dono più grande.
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- Ciao Ethan! - 
-FINE-

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