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Speranze infrante - Ep. 20

Celia aveva pensato e ripensato a come poter aggiustare le cose con suo padre, a come poterlo convincere a conoscere Ethan e a dargli una possibilità, ma non era giunta a nulla di abbastanza convincente. La notte passata con Ethan non aveva fatto altro che rafforzare le sue convinzioni, voleva stare con lui, voleva viversi la loro relazione alla luce del giorno e senza paura. Ethan Marlow era un bravo ragazzo e lei avrebbe fatto in modo che tutti lo sapessero, non c’era nulla che avrebbe potuto farle cambiare idea e di certo non si sarebbe mai vergognata di farsi vedere con lui. 
Quel mattino Celia uscì dalla porta sul retro della grande villa degli Hubbs, era stata attenta a non farsi vedere da nessuno, aveva imboccato una strada secondaria e aveva raggiunto la fermata degli autobus diretti in città.
Celia Hubbs non era mai stata una ribelle, ma si era sempre battuta per le cause che riteneva giusta. Fin da bambina era sempre stata quella che andava al tavolo dei bambini con cui nessuno voleva parlare, difendeva i compagni dai bulletti e non aveva mai avuto timore nel dire la sua e a difendere il suo punto di vista. Questa volte non fu diverso. Forse la sua famiglia avrebbe pensato che il suo amore per Ethan, o Ethan stesso, avevano avuto una brutta influenza su di lei, ma non era così. Celia voleva lottare per il suo futuro. Una volta iniziata l’università voleva trovare un posto in cui vivere, un posto per lei e Ethan. Suo padre aveva già affittato un appartamento nei quartieri altri di San Myshuno solo per lei, era un posto bellissimo in una zona gettonata e piena di locali. Era stato tutto predisposto, un autista l’avrebbe presa ogni giorno e portata al quartiere universitario per poi riportarla a casa dopo le lezioni. Tutto questo a patto che lei si fosse impegnata a non vedere mai più Ethan, ma il non avere tutto ciò non la preoccupava minimamente, era certa di potersela cavare da sola, o meglio, con l’aiuto di Ethan.
La città l’aveva sempre affascinata e spaventata al tempo stesso, ma quel giorno sentì uno strano brivido di eccitazione, era sicura che sarebbe riuscita a trovare una soluzione affinchè la sua relazione con Ethan potesse andare avanti senza ulteriori ostacoli.
L’ufficio di Finley era in pieno centro in uno dei grattacieli più alti, da lì si dominava letteralmente la città. Celia si fece coraggio ed entrò nel palazzo, prese l’ascensore e salì fino a uno degli ultimi piani. Timidamente si avvicinò alla scrivania della segretaria e chiese di poter parlare con Finley Marlow, la segretaria quasi le rise in faccia, nessuno poteva entrare se non aveva un appuntamento, ma Celia non si arrese, fece finta di andarsene e si nascose dietro un angolo aspettando il momento giusto. Bastò solo un attimo di distrazione della segretaria e subito Celia sgattaiolò verso la porta dell’ufficio di Finley, era così contenta, era certa che lui li avrebbe aiutati.
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“Finley troverà una soluzione, ne sono sicura!” si ripetè tra sè e sè.
Celia si avvicinò alla porta, stava per bussare, ma sentì delle voci all’interno, qualcuno stava discutendo. Una era la voce di Finley e l’altra una voce di donna. La giovane pensò che fosse la ragazza di Finley, Ethan le aveva raccontato che ultimamente discutevano spesso, ma poi la voce le sembrò familiare, troppo familiare… Celia non ci mise molto a riconoscere anche la seconda voce all’interno dell’ufficio, era quella di Miranda.
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- Finley non capisci?? Sono incinta! - stava dicendo la giovane, Celia riuscì a percepire la disperazione nella voce della ragazza.
- E cosa vuoi da me? Vai a dirlo a uno dei tuoi tanti spasimanti, magari qualcuno penserà di essere il padre e crescerà quel piccolo bastardo come fosse suo. - disse Finley cinico.
- Sei uno stronzo Finley! E’ tuo e lo sai bene. Ultimamente sono stata solo con te! -
- Ti prego Miranda, tutti sanno che sei solo una sgualdrina. Quel bastardo potrebbe essere mio come di chiunque altro… - l’uomo non sembrava minimamente preoccupato.
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- Finley ti prego devi aiutarmi, se mio padre lo scopre… - Miranda stava piangendo, era chiaro che avesse bisogno di qualcuno con cui condividere il suo fardello. Finley sbuffò e prima che lei potesse finire la frase lui la interruppè.
- Miranda falla finita, dimmi cosa vuoi. Soldi? Un biglietto aereo? - chiese il giovane uomo chiaramente stufo di quella discussione. - Sesso? - aggiunse in fine con tono malizioso. Era chiaro che si stesse prendendo gioco di lei.
- C-cosa?? Non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto vero? Il bambino è TUO! - Miranda non mollava, era un osso duro e Finley in un certo senso lo apprezzava.
- Sì lo hai già detto… - Finley era chiaramente annoiato da quel discorso. - Se è un padre per il tuo piccolo bastardo che cerchi sei nel posto sbagliato. Se vuoi conosco una clinica molto discreta in cui puoi andare a risolvere il problema. - era cinico e pragmatico allo stesso tempo.
- Fin-Finley… tu vuoi che io… - Miranda era sconvolta, certo sapeva che Finley non era il tipo da sposarla e fare il marito e il padre, ma almeno si sarebbe aspettata un minimo di comprensione e di sostegno da parte sua.
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- Avanti Miranda, non vorrai farmi credere che ora vuoi fare la mammina dolce e premurosa, sappiamo entrambi che ti piace fare la vita mondana e farti scopare da uomini ricchi che ti possono ricoprirti di regali! - 
- Sei solo uno stronzo! - singhiozzò Miranda.
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- Senti se ci tieni così tanto forse ho una soluzione. - il cervello di Finley era in movimento, forse quella situazione poteva tornargli utile.
- Conosco già la tua soluzione… - rispose secca la ragazza.
- Beh forse ho qualcos’altro per te, qualcosa che potrebbe interessarti… Sarebbe un modo per risolvere un paio di sgradevoli problemi e sono certo che ti farebbe molto felice. Allora vuoi sentire ciò che ho da dire o sei troppo impegnata a fingerti sconvolta? - Finley odiava i piagnistei e la cosa stava iniziando ad irritarlo.
- Sentiamo… - si arrese la giovane, in fondo non aveva più molto da perdere.
- Se vuoi davvero questo bambino conosco qualcuno che potrebbe fargli da padre, qualcuno che potrebbe prendersi cura di te e di lui… - Finley sorrise, quella soluzione sarebbe stata una vera manna dal cielo, bastava solo convincere Miranda e al resto ci avrebbe pensato lui.
- Cosa? Vorresti accoppiarmi con uno dei tuoi amici? - Miranda in fondo ci aveva sperato, aveva ritenuto possibile che lui la sposasse e a lei non sarebbe importato poi molto doverlo dividere con altre donne. Era comunque un Marlow e quel nome in città contava più di quanto chiunque volesse ammettere.
- Non un qualsiasi. Qualcuno di famiglia… Ethan! - 
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Dall’altra parte della porta Celia rimase impietrita. Come poteva Finley fargli una cosa del genere, come poteva lasciar credere a suo fratello di essere il padre di un bambino non suo? 
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- C-cosa? Vorresti chiedere a Ethan di crescere tuo figlio? - Miranda era perplessa, ma non del tutto disgustata dall’idea. Era già qualcosa per Finley.
- No! - rispose secco. - Voglio che tu chieda a Ethan di crescere tuo figlio. - per Finley quel bambino non era suo, nemmeno se lo fosse stato davvero avrebbe mai voluto averci a che fare. - Digli che è suo, ti crederà, so che se vuoi sai essere convincente! - 
- Lui non ci crederà mai, è passato un po’ dall’ultima volta che noi… non è uno stupido, col tempo capirà. E poi le visite, le ecografie… - Miranda sapeva che la cosa non poteva funzionare, ma Finley la bloccò subito.
- Sì, sì ho capito… si tratta solo di poche settimane, a volte i bambini nascono prematuri, per le visite e il resto andrai nella clinica di cui ti ho parlato, penserò a tutto io. - l’uomo era soddisfatto, così avrebbe sistemato ogni suo problema senza sporcarsi più di tanto le mani.
- E se quando nascerà lui… - Finley sorrise a quelle parole, ormai l’aveva in pugno.
- E’ mio fratello!! Ci somigliamo e il bambino gli somiglierà… sempre che non nasca un piccolo negretto, a quel punto sarai tu a dovergli spiegare il perchè. - Finley era totalmente distaccato dalla cosa, davanti a lui aveva solo una pedina, una pedina e mezzo. - Non hai altre soluzioni Miranda, o fai così oppure ti arrangi! Non ho tempo per le troiette come te! -
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- Non ha mai risposto a nessuno dei miei messaggi o alle mie telefonate… E se decidesse di fare il padre, ma rimanere con quella Hubbs?? - i timori di Miranda erano fondati, ma Finley conosceva bene suo fratello, sapeva che tasti premere.
- A quello penserò io e poi credi davvero che quella ragazzina vorrà stare ancora con lui quando scoprirà che aspetta un figlio da te? Potremmo sempre mettere in giro la voce che non ha mai smesso di vederti. Lascia fare a me. -
- Lo hai detto anche l’ultima volta e guarda in che guaio mi hai cacciata! - 
- Io non ti ho cacciato in nessun guaio, sei tu che sei venuta a cercare me e come una cagna in calore non aspettato un solo istante a spogliarti e a godere della mia compagnia. E dopo quella volta sei tornata ancora a trovarmi e ancora… Se non volevi restare incinta dovevi pensarci prima e comunque, come ho detto prima, per quel che mi riguarda potrebbe essere di chiunque! - 
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Celia rimase sconvolta dalla discussione appena udita. Miranda e Finley continuarono a parlare tra loro, mentre lei fuggì via lasciandosi alle spalle quel maledetto ufficio. Non poteva crederci, non voleva crederci. Perchè tanta cattiveria? Che cosa avevano tutti contro di lei e Ethan? Come potevano non capire che loro si amavano, che volevano stare insieme?
Celia si rese conto di cosa volesse dire avere un cognome di un certo tipo, essere nata in una famiglia agiata. Quella che per molti era una situazione fortunata, per lei e Ethan era una vera maledizione. Le ritornarono alla mente le lezioni di letteratura, la storia di Romeo e Giulietta, lei però non sarebbe finita così, nessuno sarebbe dovuto morire, quella era solo una vecchia storia di tempi antichi. Celia avrebbe lottato fino all’ultimo, avrebbe avvisato Ethan, lo avrebbe messo in guardia e insieme avrebbero trovato una soluzione. Adesso erano soli, solo lei e Ethan, soli contro un mondo più grande e ben più cattivo di loro.
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Raggiunta di nuovo l’aria aperta, Celia fece un grande respiro, solo allora si rese conto di averlo trattenuto fino a quando non era uscita di lì.
La città era piena di gente che andava avanti e indietro, ognuno preso dai propri impegni, ma anche in mezzo a quella folla Celia si sentì sola, terribilmente sola. Si era avventurata fino in città per trovare un aiuto e aveva solo trovato nuovi nemici nascosti nell’ombra e pronti a dividere lei e Ethan per puro divertimento. Si chiese cosa avesse mai fatto di male, cosa avesse mai fatto di male Ethan, nel suo cuore sentiva di non meritare tutto ciò. Oppressa dallo sconforto la giovane fece ritorno a casa, sapeva che lì l’avrebbe attesa una bella ramanzina, ma non era pentita delle sue azioni, se non fosse andata in città non avrebbe mai scoperto il piano perverso di Finley e Miranda.

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