
Questione di fiducia - Ep. 10
Ethan sapeva che non doveva avvicinarsi a lei, non doveva parlare, probabilmente non doveva nemmeno guardarla. Il cuore che gli martellava nel petto, lo stomaco stretto in una morsa tale da fargli venir nausea. I suoi piedi si muovevano, ma era come se lui avesse perso il controllo sul suo corpo e in breve si ritrovò a pochi passi da lei.
Non poteva farlo, non doveva farlo! Ethan si voltò e iniziò ad allontanarsi. Aveva fatto una promessa a suo fratello e l’avrebbe mantenuta a qualsiasi costo!
Non poteva farlo, non doveva farlo! Ethan si voltò e iniziò ad allontanarsi. Aveva fatto una promessa a suo fratello e l’avrebbe mantenuta a qualsiasi costo!
- Ethan? -
Una voce alle sue spalle interruppe i suoi passi. Non una voce qualunque, quella voce, la sua voce. Si voltò e il solito sorriso ebete si palesò sul suo volto.
- Celia! Ciao, che piacere vederti. Anche tu qui? - cercò di essere il più naturale possibile, ma in quel momento si rese conto che la prima volta che l’aveva vista era successo proprio lì.
- Ehmm.. ciao… sì, io… - Celia era visibilmente imbarazzata, le parole della zia le riecheggiavano nelle orecchie. Eppure sembrava un così bravo ragazzo.
- Ehmm.. ciao… sì, io… - Celia era visibilmente imbarazzata, le parole della zia le riecheggiavano nelle orecchie. Eppure sembrava un così bravo ragazzo.

Ethan capì subito che qualcosa non andava.
- Tutto bene? - chiese timido, non era tanto bravo a gestire situazioni simili. Le persone di San Myshuno, o meglio i membri dell’alta società, non si concedevano mai di provare vere emozioni e tanto meno di dimostrarle in pubblico. Era un qualcosa che li offendeva e lui non voleva offendere Celia.
- Sì.. ehmm… sì. Io devo… - lo sguardo della giovane guizzò verso il sentiero che conduceva all’uscita del parco. Era nervosa e continuava a guardarsi intorno controllando che ci fossero altre persone lì intorno, magari qualcuno a cui chiedere aiuto in caso di necessità.
- Oh ok! Io.. sì certo… ok. - inziò a farfugliare Ethan imbarazzato e deluso al tempo stesso.
- Sì.. ehmm… sì. Io devo… - lo sguardo della giovane guizzò verso il sentiero che conduceva all’uscita del parco. Era nervosa e continuava a guardarsi intorno controllando che ci fossero altre persone lì intorno, magari qualcuno a cui chiedere aiuto in caso di necessità.
- Oh ok! Io.. sì certo… ok. - inziò a farfugliare Ethan imbarazzato e deluso al tempo stesso.
Celia fece per allontanarsi, ma quel giovane sembrava così triste, non stava recitando, il dolore nei suoi occhi era reale, lei se lo sentiva. Controllò ancora una volta che ci fosse qualcuno nei paraggi quindi si voltò nuovamente verso Ethan.
- Magari posso restare ancora qualche minuto… - azzardò a dire e a quelle parole il viso di Ethan si illuminò e fece il sorriso più bello che lei avesse mai visto.
- Davvero? - chiese incredulo lui. - Voglio dire… - si schiarì la voce. - Ok! - cercando quindi di darsi un’aria seria, ma Celia rise. Quel ragazzo sembrava così dolce e goffo, come poteva aver conquistato tutte quelle ragazze? Lei di certo non ci sarebbe cascata, pensò tra sè e sè.
- Beh che ci fai qui? - chiese Celia curiosa.
- Io?? - chiese di nuovo incredulo, di solito a nessuno importava mai molto di lui. - Voglio dire sì, cioè qui… al parco… - si sentiva un completo idiota. Fece un gran sospiro, così non andava, come avrebbe potuto una ragazza così straordinaria provare interesse per un simile disastro? Capì che Mr Hubbs e Finley avevano ragione, sarebbe stato meglio per tutti, soprattutto per lei, che lui non la infastidisse più. - Mi dispiace Celia, io… è meglio che vada. - disse infine sconfitto.
- Magari posso restare ancora qualche minuto… - azzardò a dire e a quelle parole il viso di Ethan si illuminò e fece il sorriso più bello che lei avesse mai visto.
- Davvero? - chiese incredulo lui. - Voglio dire… - si schiarì la voce. - Ok! - cercando quindi di darsi un’aria seria, ma Celia rise. Quel ragazzo sembrava così dolce e goffo, come poteva aver conquistato tutte quelle ragazze? Lei di certo non ci sarebbe cascata, pensò tra sè e sè.
- Beh che ci fai qui? - chiese Celia curiosa.
- Io?? - chiese di nuovo incredulo, di solito a nessuno importava mai molto di lui. - Voglio dire sì, cioè qui… al parco… - si sentiva un completo idiota. Fece un gran sospiro, così non andava, come avrebbe potuto una ragazza così straordinaria provare interesse per un simile disastro? Capì che Mr Hubbs e Finley avevano ragione, sarebbe stato meglio per tutti, soprattutto per lei, che lui non la infastidisse più. - Mi dispiace Celia, io… è meglio che vada. - disse infine sconfitto.
I grandi occhi azzurri di Celia lo osservavano, era così goffo, dolce e alla fine si rese conto che le dispiaceva vederlo andare via, lei voleva parlare ancora con quel ragazzo. Eppure le parole di zia Eloise le tornarono alla mente, e se quello fosse stato tutto un trucco?
- Beh visto che entrambi dobbiamo andar via, forse potremmo fare un po’ di strada insieme… -propose andando contro ogni logica.
- Io… non… forse è meglio di no Celia. E’ meglio che tu stia lontana da me. - disse serio Ethan. La desiderava così tanto, non gli era mai successo con nessun’altra ragazza. Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a sè, sentire il calore del suo corpo accanto a sè, il suo profumo, ma sapeva che non poteva, sapeva che era tutto sbagliato. Lei era più giovane di lui e lui non voleva rovinarle la vita e questo era ciò che tutti dicevano che sarebbe accaduto.
- Allora è vero! - disse delusa Celia.
- Che cosa? - chiese Ethan aggrottando la fronte, che qualcuno le avesse detto ciò che lui aveva fatto?
- Che vuoi solo portarmi a letto come hai fatto con tutte le altre… - rispose Celia con un nodo alla gola. Aveva fatto di tutto per non crederci, ma alla fine forse si era davvero sbagliata.
- Che cosa?? - chiese shockato Ethan. - Quali altre? - chiese stupito, lui aveva avuto solo una ragazza, per pochissimo tempo e appena si era reso conto che non era ciò che sembrava l’aveva subito lasciata. - Io non capisco… - mormorò.
- Mia zia mi ha detto tutto! Tu e tuo fratello vi divertite a giocare coi sentimenti delle ragazze solo per portarle a letto, come è successo con la figlia dei Takeda e le figlie degli Spaulding! Ah sì e anche con la cugina di Evan Garvey! - disse di getto Celia, si sentiva tradita, gelosa quasi. - Io però non ci casco, mia zia mi ha messo in guardia, sai? Dici a tutte di essere innamorato e di volerle sposare! - era arrabbiata, si sentiva presa in giro. - E poi… - si interruppe.
- Beh visto che entrambi dobbiamo andar via, forse potremmo fare un po’ di strada insieme… -propose andando contro ogni logica.
- Io… non… forse è meglio di no Celia. E’ meglio che tu stia lontana da me. - disse serio Ethan. La desiderava così tanto, non gli era mai successo con nessun’altra ragazza. Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a sè, sentire il calore del suo corpo accanto a sè, il suo profumo, ma sapeva che non poteva, sapeva che era tutto sbagliato. Lei era più giovane di lui e lui non voleva rovinarle la vita e questo era ciò che tutti dicevano che sarebbe accaduto.
- Allora è vero! - disse delusa Celia.
- Che cosa? - chiese Ethan aggrottando la fronte, che qualcuno le avesse detto ciò che lui aveva fatto?
- Che vuoi solo portarmi a letto come hai fatto con tutte le altre… - rispose Celia con un nodo alla gola. Aveva fatto di tutto per non crederci, ma alla fine forse si era davvero sbagliata.
- Che cosa?? - chiese shockato Ethan. - Quali altre? - chiese stupito, lui aveva avuto solo una ragazza, per pochissimo tempo e appena si era reso conto che non era ciò che sembrava l’aveva subito lasciata. - Io non capisco… - mormorò.
- Mia zia mi ha detto tutto! Tu e tuo fratello vi divertite a giocare coi sentimenti delle ragazze solo per portarle a letto, come è successo con la figlia dei Takeda e le figlie degli Spaulding! Ah sì e anche con la cugina di Evan Garvey! - disse di getto Celia, si sentiva tradita, gelosa quasi. - Io però non ci casco, mia zia mi ha messo in guardia, sai? Dici a tutte di essere innamorato e di volerle sposare! - era arrabbiata, si sentiva presa in giro. - E poi… - si interruppe.

Gli occhi di Ethan si erano abbassati e lei vide un grande dolore in quei profondi occhi scuri, un dolore che lei conosceva bene, era lo stesso sguardo che aveva lei quando sua madre morì.
- Ok… - disse lui con un filo di voce e senza aggiungere altro si voltò e se ne andò.
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