
Padre e figlia - Ep. 18
In quei giorni faceva molto caldo e l’estate era nel pieno della sua bellezza. Le alte temperature aveva reso pigre le persone, chi non era già in vacanza si trascinava stancamente per le vie della città in cerca di un po’ d’ombra e di qualcosa di fresco da bere.
Alla residenza degli Hubbs c’era una strana calma nell’aria e persino Eloise, che ultimamente era rimasta sempre più spesso lì con il fratello e la nipote, sembrava patire troppo il caldo per prestare troppa attenzione alle attività della giovane Celia e questo era sicuramente una bella cosa, almeno secondo la ragazza.
Era metà pomeriggio quando Eloise informò Celia che suo padre voleva parlare con lei. Mr Hubbs quel giorno aveva deciso di lavorare da casa, il weekend era alle porte e sentiva il bisogno di passare più tempo con la sua adorata figlioletta.

- Ehy papà la zia ha detto che volevi parlarmi, posso? - chiede Celia sulla soglia dell’ufficio del padre.
- Oh Celia! Entra pure. - disse gentile l’uomo, sorrise fugacemente alla figlia prima di sistemare in fretta alcune delle carte che stava leggendo. Scosse il capo un paio di volte, l’aria seria e contrita.
- Tutto bene papà? - chiese preoccupata Celia, odiava vedere il padre così preso dal suo lavoro, c’era stato un tempo in cui quello non era tutta la sua vita, c’era stato un tempo in cui era felice con lei e sua madre.
- Sì! - disse sbrigativo. - Sono solo scartoffie di lavoro! - disse cercando di rassicurare la figlia, non c’era motivo per cui sapesse di più.
- Ok… Di cosa volevi parlarmi? -
- Sì, giusto… perchè non ti siedi? - l’uomo sembrava più freddo del solito e Celia temeva che avesse scoperto di lei e Ethan, il suo cuore batteva forte e temeva di perdere il ragazzo che amava. Degluttì, ma andò a sedersi come chiesto da suo padre.
- Allora volevo parlare con te di una cosa importante, Celia. - iniziò l’uomo. - Tu per me sei e sarai sempre la mia piccolina, ma mi rendo conto che stai crescendo e che presto o tardi lascerai questa casa per vivere la tua vita lontana da qui. Quindi è inutile fingere che non sarà così. - l’uomo aveva un nodo alla gola, era chiaro che l’idea di separarsi dalla figlia lo addolorava. - Volevo dirti che a breve sbloccherò parte del tuo fondo fiduciario, potrai vivere come si deve e non ti mancherà nulla, ma voglio che tu abbia la tua indipendenza, ovunque deciderai di studiare. - Celia non sapeva cosa dire, era sollevata del fatto che il padre non avesse saputo nulla di lei ed Ethan, ma questo non risolveva il suo dilemma in merito.
- Oh papà… - non sapeva che dire. - Grazie, io… davvero non so cosa dire… -
- Non devi dire nulla, solo che mi renderai fiero di te! - disse severo, ma gli bastò un solo sguardo alla figlia per correggersi. - Ancor più di quello che già sono, ovviamente. -
- Grazie papà. - ripetè Celia felice ed emozionata al contempo.
- E ora dimmi, hai già deciso dove studiare, quale percorso intraprenderai? -
- Beh non sono ancora sicura, però sono propensa a rimanere qui. Voglio dire… vorrei studiare in città, a San Myshuno! Per il resto lo sai, vorrei studiare legge, magari diritto internazionale. - la voce le tremava appena, si rese conto di quanto l’opinione del padre fosse importante per lei.
- Bene, molto bene. Spero solo che tu non abbia scelto San Myshuno per rimanere accanto a questo tuo vecchio padre… -
- Papà!! Non sei vecchio! E no, non l’ho fatto per quello, anche se sono felice all’idea di rimanere qui vicino. - si era documentata su tutte le università del Paese, ma alla fine aveva fatto di tutto per convincersi che la migliore fosse proprio quella di San Myshuno, sapeva che non era del tutto vero e sapeva che sulla scelta aveva pensato molto il fatto di poter restare accanto a Ethan, ma questo non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno a sè stessa.
- Oh Celia! Entra pure. - disse gentile l’uomo, sorrise fugacemente alla figlia prima di sistemare in fretta alcune delle carte che stava leggendo. Scosse il capo un paio di volte, l’aria seria e contrita.
- Tutto bene papà? - chiese preoccupata Celia, odiava vedere il padre così preso dal suo lavoro, c’era stato un tempo in cui quello non era tutta la sua vita, c’era stato un tempo in cui era felice con lei e sua madre.
- Sì! - disse sbrigativo. - Sono solo scartoffie di lavoro! - disse cercando di rassicurare la figlia, non c’era motivo per cui sapesse di più.
- Ok… Di cosa volevi parlarmi? -
- Sì, giusto… perchè non ti siedi? - l’uomo sembrava più freddo del solito e Celia temeva che avesse scoperto di lei e Ethan, il suo cuore batteva forte e temeva di perdere il ragazzo che amava. Degluttì, ma andò a sedersi come chiesto da suo padre.
- Allora volevo parlare con te di una cosa importante, Celia. - iniziò l’uomo. - Tu per me sei e sarai sempre la mia piccolina, ma mi rendo conto che stai crescendo e che presto o tardi lascerai questa casa per vivere la tua vita lontana da qui. Quindi è inutile fingere che non sarà così. - l’uomo aveva un nodo alla gola, era chiaro che l’idea di separarsi dalla figlia lo addolorava. - Volevo dirti che a breve sbloccherò parte del tuo fondo fiduciario, potrai vivere come si deve e non ti mancherà nulla, ma voglio che tu abbia la tua indipendenza, ovunque deciderai di studiare. - Celia non sapeva cosa dire, era sollevata del fatto che il padre non avesse saputo nulla di lei ed Ethan, ma questo non risolveva il suo dilemma in merito.
- Oh papà… - non sapeva che dire. - Grazie, io… davvero non so cosa dire… -
- Non devi dire nulla, solo che mi renderai fiero di te! - disse severo, ma gli bastò un solo sguardo alla figlia per correggersi. - Ancor più di quello che già sono, ovviamente. -
- Grazie papà. - ripetè Celia felice ed emozionata al contempo.
- E ora dimmi, hai già deciso dove studiare, quale percorso intraprenderai? -
- Beh non sono ancora sicura, però sono propensa a rimanere qui. Voglio dire… vorrei studiare in città, a San Myshuno! Per il resto lo sai, vorrei studiare legge, magari diritto internazionale. - la voce le tremava appena, si rese conto di quanto l’opinione del padre fosse importante per lei.
- Bene, molto bene. Spero solo che tu non abbia scelto San Myshuno per rimanere accanto a questo tuo vecchio padre… -
- Papà!! Non sei vecchio! E no, non l’ho fatto per quello, anche se sono felice all’idea di rimanere qui vicino. - si era documentata su tutte le università del Paese, ma alla fine aveva fatto di tutto per convincersi che la migliore fosse proprio quella di San Myshuno, sapeva che non era del tutto vero e sapeva che sulla scelta aveva pensato molto il fatto di poter restare accanto a Ethan, ma questo non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno a sè stessa.

Mr Hubbs era felice di sapere che la figlia non sarebbe stata troppo lontana, la sua idea lo metteva a disagio e lo aveva fatto stare davvero male nei giorni addietro. Ero un uomo severo, se ne rendeva conto da solo, ma sapeva anche che sua figlia era sveglia, intelligente e aveva in sè la stessa dolcezza, la stessa bontà della madre, la sua adorata moglie Angela.
L’incontro, per quanto riguardava l’uomo, poteva dirsi finito e avrebbe di certo congedato la figlia se non fosse stata ella stessa a prender parola per prima.
L’incontro, per quanto riguardava l’uomo, poteva dirsi finito e avrebbe di certo congedato la figlia se non fosse stata ella stessa a prender parola per prima.
- Papà volevo parlarti di una cosa. - disse titubante. - Una cosa che mi sta molto a cuore. - le mani le sudavano e sentiva lo stomaco aggrovigliarsi. Non sapeva nemmeno da che parte cominciare, ma sentiva che doveva farlo, doveva almeno provarci.
- Ma certo piccola mia, sai che con me puoi parlare di ogni cosa. - disse l’uomo sorridendo, ma dentro aveva una strana sensazione, temeva che ci fosse qualche ragazzo nella vita della figlia. Eloise lo teneva al corrente di tutto e sapeva che c’era un ragazzo, ma sperava non fosse nulla di serio, d’altra parte la figlia aveva quasi diciotto anni e a quella età sarebbe stato più che normale iniziare a frequentare qualcuno. La sola idea lo faceva arrabbiare, ma in fondo sapeva che non avrebbe potuto tenerla per sempre sotto la sua ala vigile e attenta.
- Già… beh io… Io volevo parlarti di una cosa. - ripetè in preda all’ansia. - Ti chiedo solo di ascoltarmi fino in fondo prima di dire qualsiasi cosa. -
- Ma certo piccola mia, sai che con me puoi parlare di ogni cosa. - disse l’uomo sorridendo, ma dentro aveva una strana sensazione, temeva che ci fosse qualche ragazzo nella vita della figlia. Eloise lo teneva al corrente di tutto e sapeva che c’era un ragazzo, ma sperava non fosse nulla di serio, d’altra parte la figlia aveva quasi diciotto anni e a quella età sarebbe stato più che normale iniziare a frequentare qualcuno. La sola idea lo faceva arrabbiare, ma in fondo sapeva che non avrebbe potuto tenerla per sempre sotto la sua ala vigile e attenta.
- Già… beh io… Io volevo parlarti di una cosa. - ripetè in preda all’ansia. - Ti chiedo solo di ascoltarmi fino in fondo prima di dire qualsiasi cosa. -

Mr Hubbs intuì subito che i suoi sospetti erano fondati e se sua figlia aveva deciso di parlarne con lui doveva trattarsi di una cosa seria. Avrebbe voluto rinchiuderla per sempre in casa e tenerla a distanza da qualsiasi ragazzo, ma non era possibile, se ne rendeva conto anche da solo. Celia era una ragazza intelligente e lui si fidava di lei, disse a sè stesso di darle fiducia e ascoltarla. Questo giorno sarebbe arrivato prima o poi e anche se avrebbe voluto accanto sua moglie, sapeva che avrebbe dovuto fare tutto da solo e cercò di tenere a mente le parole della sua amata Angela “Non essere troppo severo con lei, ricordati come eri tu alla sua età!”. Quelle parole lo avevano guidato fin lì e ora più mai che cercò di tenerle ben a mente.
- D’accordo! Dimmi tutto. -
- Ok… Grazie papà. Io volevo… insomma… - non sapeva da dove iniziare. - Sai che sono una ragazza seria, che rispetta da sempre le tue regole, anche se a volte vorrei maggiore libertà, ma mi sono sempre dedicata in modo serio allo studio e i miei risultati agli esami e ai test d’ammissione lo dimostrano. -
- So che vorrei più libertà, uscire quando vuoi e con chi vuoi, ma se ho imposto certe regole è per il tuo bene. Sono un padre severo, lo so, ma so anche che tu sei una ragazza intelligente e puoi capire le mie ragioni. -
- Sì, papà! Lo so e per questo non ti ho mai chiesto nulla di diverso da ciò che hai sempre disposto per me. -
- E’ vero e immagino che ora che andrai all’Università e ti trasferirai in città, dovrei iniziare a darti maggiore libertà. E lo farò, te lo prometto. -
- Grazie papà, ma io… non è questo il punto. Voglio dire, sono contenta se mi darai maggiore libertà, ma non è questo ciò che volevo chiederti. Il punto è che io ti ho dimostrato di esser degna della tua fiducia, giusto papà? - qualcosa nelle parole di Celia iniziava ad insospettire Archie Hubbs, tuttavia l’uomo cercò di mantenere la calma e rimanere aperto verso ciò che la figlia voleva dirgli davvero.
- Sì è vero! Hai la mia fiducia. - dovette ammettere l’uomo.
- Bene… - Celia fece un profondo respiro. - C’è una persona che è molto importante per me, una persona buona e che mi fa sorridere. Questa persona… io vorrei che tu la conoscessi. - azzardò a dire timidamente.
- Immagino si tratti di un ragazzo… - disse l’uomo trattenendo uno sbuffo di rabbia. Doveva rimanere calmo, non poteva essere geloso di sua figlia, non più visto che ormai era quasi una donna, una giovane donna che presto avrebbe lasciato la sua casa e ovviamente il suo controllo.
- Sì… Papà prima che ti arrabbi vorrei dirti che è un bravo ragazzo e che si è sempre comportato bene con me. So che tu sei molto protettivo nei miei confronti e sono felice che tu ti occupi di me, ma spero davvero che tu abbia abbastanza stima di me da sapere che anche io so riconoscere le persone e le loro vere intenzioni. - Celia riponeva tutte le sue speranze nella comprensività del padre e nell’affetto che lui provava per lei.
- Mi fido di te Celia, ma sei giovane e influenzabile. Non voglio sminuirti, ma l’esperienza mi ha insegnato che spesso le persone non si mostrano per come sono davvero, se non tempo dopo, quando hanno ottenuto ciò che vogliono davvero. -
- Sì, lo so papà, però io so di non sbagliarmi, non questa volta. - la sua convinzione era tale da riuscire a convincere anche il padre, tanto che la incoraggiò ad andare avanti.
- Ok… Grazie papà. Io volevo… insomma… - non sapeva da dove iniziare. - Sai che sono una ragazza seria, che rispetta da sempre le tue regole, anche se a volte vorrei maggiore libertà, ma mi sono sempre dedicata in modo serio allo studio e i miei risultati agli esami e ai test d’ammissione lo dimostrano. -
- So che vorrei più libertà, uscire quando vuoi e con chi vuoi, ma se ho imposto certe regole è per il tuo bene. Sono un padre severo, lo so, ma so anche che tu sei una ragazza intelligente e puoi capire le mie ragioni. -
- Sì, papà! Lo so e per questo non ti ho mai chiesto nulla di diverso da ciò che hai sempre disposto per me. -
- E’ vero e immagino che ora che andrai all’Università e ti trasferirai in città, dovrei iniziare a darti maggiore libertà. E lo farò, te lo prometto. -
- Grazie papà, ma io… non è questo il punto. Voglio dire, sono contenta se mi darai maggiore libertà, ma non è questo ciò che volevo chiederti. Il punto è che io ti ho dimostrato di esser degna della tua fiducia, giusto papà? - qualcosa nelle parole di Celia iniziava ad insospettire Archie Hubbs, tuttavia l’uomo cercò di mantenere la calma e rimanere aperto verso ciò che la figlia voleva dirgli davvero.
- Sì è vero! Hai la mia fiducia. - dovette ammettere l’uomo.
- Bene… - Celia fece un profondo respiro. - C’è una persona che è molto importante per me, una persona buona e che mi fa sorridere. Questa persona… io vorrei che tu la conoscessi. - azzardò a dire timidamente.
- Immagino si tratti di un ragazzo… - disse l’uomo trattenendo uno sbuffo di rabbia. Doveva rimanere calmo, non poteva essere geloso di sua figlia, non più visto che ormai era quasi una donna, una giovane donna che presto avrebbe lasciato la sua casa e ovviamente il suo controllo.
- Sì… Papà prima che ti arrabbi vorrei dirti che è un bravo ragazzo e che si è sempre comportato bene con me. So che tu sei molto protettivo nei miei confronti e sono felice che tu ti occupi di me, ma spero davvero che tu abbia abbastanza stima di me da sapere che anche io so riconoscere le persone e le loro vere intenzioni. - Celia riponeva tutte le sue speranze nella comprensività del padre e nell’affetto che lui provava per lei.
- Mi fido di te Celia, ma sei giovane e influenzabile. Non voglio sminuirti, ma l’esperienza mi ha insegnato che spesso le persone non si mostrano per come sono davvero, se non tempo dopo, quando hanno ottenuto ciò che vogliono davvero. -
- Sì, lo so papà, però io so di non sbagliarmi, non questa volta. - la sua convinzione era tale da riuscire a convincere anche il padre, tanto che la incoraggiò ad andare avanti.

- Bene. Mi dovrò fidare di te. Chi è questo ragazzo? Sa che vuoi farmelo conoscere? - chiese curioso. Celia sorrise, era così felice.
- Beh a dire il vero tu già lo conosci… più o meno… - abbassò appena lo sguardo.
- Che vuoi dire? - una strana sensazione iniziò a prendere il sopravvento e Mr Hubbs avvertì una sgradevole stretta allo stomaco.
- Questo ragazzo.. ehmm… tu sai chi è, anche se non hai mai avuto l’occasione di conoscerlo davvero. Però papà credimi è un bravo ragazzo, non è come si dice in giro e so che se tu gli dessi una possibilità… - Celia fu interrotta dal padre.
- Chi è questo ragazzo? - chiese perentorio, si era già fatto un’idea in merito e la cosa non gli piaceva per niente.
- Lui… -
- CHI E’? - sbottò il padre. Celia si sentì rabbrividire, ma doveva rispondere.
- Papà… avevi detto che ti fidi di me… - l’uomo sbuffò, doveva sapere, ma nonostante questo il suo viso parve distendersi un poco. - Lui è… si chiama… - Celia sospirò prima di rivelare il nome. - Ethan Marlow! -
- Beh a dire il vero tu già lo conosci… più o meno… - abbassò appena lo sguardo.
- Che vuoi dire? - una strana sensazione iniziò a prendere il sopravvento e Mr Hubbs avvertì una sgradevole stretta allo stomaco.
- Questo ragazzo.. ehmm… tu sai chi è, anche se non hai mai avuto l’occasione di conoscerlo davvero. Però papà credimi è un bravo ragazzo, non è come si dice in giro e so che se tu gli dessi una possibilità… - Celia fu interrotta dal padre.
- Chi è questo ragazzo? - chiese perentorio, si era già fatto un’idea in merito e la cosa non gli piaceva per niente.
- Lui… -
- CHI E’? - sbottò il padre. Celia si sentì rabbrividire, ma doveva rispondere.
- Papà… avevi detto che ti fidi di me… - l’uomo sbuffò, doveva sapere, ma nonostante questo il suo viso parve distendersi un poco. - Lui è… si chiama… - Celia sospirò prima di rivelare il nome. - Ethan Marlow! -
Il solo sentire quel nome fece infuriare l’uomo come mai Celia aveva visto prima.
- Che cosa?? - urlò. - Quel ragazzo e suo fratello sono solo dei miserabili furfanti. Non mi interessa cosa ti ha raccontato, non mi interessa se pensi che sia un bravo ragazzo. Quello NON è un bravo ragazzo!! Ti sta solo prendendo in giro. Ti proibisco di rivedere quel poco di buono. Gli avevo detto di tenersi alla larga da te, avevo avvisato anche suo fratello, ma a quanto pare hanno deciso di fare a modo loro, come sempre. - era furioso.

- Papà!! Ethan non è suo fratello! Tu non lo conosci! Tu non sai nulla di lui! Ethan è un bravo ragazzo, è sensibile e attento e… - ancora una volta suo padre la interruppe.
- Io non lo conosco? Tu non dovresti conoscerlo. Le sue sono solo bugie! Mi chiedi di fidarmi di te, ma quel ragazzo vuole sono una cosa da te e non c’è bisogno di spiegarti di che cosa si tratta! - a quel punto Celia si alzò in piedi.
- Adesso basta! - urlò. Suo padre rimase basito, sua figlia non si era mai ribellata a lui in quel modo. Questo ovviamente non fece altro che farlo arrabbiare di più, quel Marlow era riuscito a mettergliela contro.
- Io non lo conosco? Tu non dovresti conoscerlo. Le sue sono solo bugie! Mi chiedi di fidarmi di te, ma quel ragazzo vuole sono una cosa da te e non c’è bisogno di spiegarti di che cosa si tratta! - a quel punto Celia si alzò in piedi.
- Adesso basta! - urlò. Suo padre rimase basito, sua figlia non si era mai ribellata a lui in quel modo. Questo ovviamente non fece altro che farlo arrabbiare di più, quel Marlow era riuscito a mettergliela contro.

- Adesso basta?? Adesso basta Celia?? Con chi credi di parlare? -
- Con un testardo! Tu non mi ascolti, pretendi di sapere tutto e non sai nulla di me. Ti interessi solo al tuo lavoro, tutto gira attorno a quello e al buon nome della famiglia. Non ti importa di me! Non ti importa che io sia felice e invece sai cosa ti dico? Ethan è un bravo ragazzo e tu non puoi impedirmi di vederlo! Lui mi fa star bene, mi fa sorridere e mi rende felice! - Celia era altrettanto furiosa, non era nemmeno lei certa del perchè, ma la testardaggine di suo padre la fece arrabbiare. Sentire quelle bugie su Ethan la feriva.
- Come osi?? Tutto ciò che faccio è per te, per il tuo benessere! E io posso eccome impedirti di vederlo! Finchè sei in casa MIA seguirai le MIE regole, non vedrai mai più quel ragazzo e se non la smetti con queste stupidaggini su quel bastardo dei Marlow non vedrai mai un soldo del tuo fondo fiduciario. -
- Bene! Tieniti i tuoi soldi. Non li voglio, non li ho mai voluti. Casa tua, regole tue? Ok! Però tra poche settimane mi trasferirò in città e se tu non mi darai quei soldi mi troverò un lavoro e mi arrangerò. Appena avrò diciotto anni andrò via di qui e tu non puoi impedirmelo. - sbraitò Celia.
- Con un testardo! Tu non mi ascolti, pretendi di sapere tutto e non sai nulla di me. Ti interessi solo al tuo lavoro, tutto gira attorno a quello e al buon nome della famiglia. Non ti importa di me! Non ti importa che io sia felice e invece sai cosa ti dico? Ethan è un bravo ragazzo e tu non puoi impedirmi di vederlo! Lui mi fa star bene, mi fa sorridere e mi rende felice! - Celia era altrettanto furiosa, non era nemmeno lei certa del perchè, ma la testardaggine di suo padre la fece arrabbiare. Sentire quelle bugie su Ethan la feriva.
- Come osi?? Tutto ciò che faccio è per te, per il tuo benessere! E io posso eccome impedirti di vederlo! Finchè sei in casa MIA seguirai le MIE regole, non vedrai mai più quel ragazzo e se non la smetti con queste stupidaggini su quel bastardo dei Marlow non vedrai mai un soldo del tuo fondo fiduciario. -
- Bene! Tieniti i tuoi soldi. Non li voglio, non li ho mai voluti. Casa tua, regole tue? Ok! Però tra poche settimane mi trasferirò in città e se tu non mi darai quei soldi mi troverò un lavoro e mi arrangerò. Appena avrò diciotto anni andrò via di qui e tu non puoi impedirmelo. - sbraitò Celia.

Suo padre sapeva che lei aveva ragione e capì che se avesse portato avanti il suo intento non avrebbe fatto altro che allontanarla da lui e gettarla tra le grinfie dei Marlow.
- Bene! - l’uomo fece un profondo respiro. - E’ chiaro che non serve a nulla sbraitare tra noi. Finchè sarai in casa mia ti atterrai alle mie regole e non vedrai più quel ragazzo. Quando te ne andrai farai ciò che reputi meglio per te, ma ripeto, fino ad allora ti atterrai alle mie regole, intesi? -
- Bene! - l’uomo fece un profondo respiro. - E’ chiaro che non serve a nulla sbraitare tra noi. Finchè sarai in casa mia ti atterrai alle mie regole e non vedrai più quel ragazzo. Quando te ne andrai farai ciò che reputi meglio per te, ma ripeto, fino ad allora ti atterrai alle mie regole, intesi? -

- Sì… - si arrese Celia. Sapeva che litigare non sarebbe servito a nulla, ma aveva ancora la speranza di poter dimostrare a suo padre che si sbagliava.
Lei e Ethan avevano contro di loro Mr Hubbs, ma almeno Finley si era dimostrato disponibile ad aiutarli e Celia era fortemente decisa a giocare tutte le sue carte per dimostrare a suo padre che si stava sbagliando.
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