

Occhi - Ep. 2
Era una splendida giornata, il sole splendeva alto su San Myshuno e la città si godeva tutto il bel clima che preannunciava l’arrivo imminente dell’estate. Ethan aveva quasi finito il semestre e di lì a poco ci sarebbero stati gli esami, ma la cosa non lo preoccupava, era molto bravo nello studio ed era certo di poter passare gli esami senza troppi problemi.
Quel giorno il parco era stranamente silenzioso, le persone erano ancora tutte al lavoro, rinchiuse negli alti grattacieli del centro o nei piccoli negozietti più in periferia.
Quel giorno il parco era stranamente silenzioso, le persone erano ancora tutte al lavoro, rinchiuse negli alti grattacieli del centro o nei piccoli negozietti più in periferia.

Ethan se ne stava disteso sull’erba ad osservare il cielo, le sottili nuvole bianche che qua e là adornavano l’azzurro intenso della grande volta sopra di lui, di tanto in tanto qualche uccellino passava cantando e più in là, molto in lontananza si poteva scorgere qualche aereo in arrivo o in partenza. Il giovane sospirò, la sua mente viaggiava lontana in luoghi che aveva visto solo in foto o in tv e immaginava di essere lì con la sua macchina fotografica per immortalare il mondo là fuori.
San Myshuno era una grande metropoli con milioni di abitanti, ma a Ethan spesso sembrava troppo piccola, troppo piccola per lui e per i suoi sogni. Voleva viaggiare, andare lontano da lì, vedere tutto ciò che c’era al fuori di quella città che a volte gli pareva una prigione. Avrebbe voluto scappare, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa anche solo a pensarlo, suo fratello Finley non avrebbe approvato. I fratelli Marlow erano sempre insieme, lo erano sempre stati e Ethan non avrebbe mai fatto nulla che non avesse avuto la benedizione del fratello, ma il suo sogno di diventare un grande fotografo e girare il mondo era un qualcosa che Finley non vedeva di buon occhio, ma che tuttavia non gli avrebbe nemmeno proibito di fare.
Ethan e Finley erano molto diversi, avevano reagito in modo differente alla morte dei genitori, complice anche la differenza d’età, ma questo aveva determinato anche una certa distanza tra i due di cui però solo Finley pareva averne coscienza. Ethan era un sognatore, un romantico e vedeva sempre il lato buono e migliore delle cose e delle persone, un ingenuo forse, ma lui ripeteva che tutti avevano diritto ad una possibilità Finley per contro era molto più chiuso e guardingo, non si fidava mai di nessuno fino in fondo ed era tutto sommato molto egoista, aveva capito fin da subito che, morti i genitori, poteva contare solo su sè stesso e sotto il peso della responsabilità di essere il primogenito, si prese cura del fratello minore. In pubblico però i ruoli parevano ribaltati, Finley socializzava facilmente ed era l’ospite che tutti volevano ai loro eventi, mentre Ethan era tutto sommato un tipo timido e riservato, tutto lo conoscevano in virtù del fratello maggiore.
San Myshuno era una grande metropoli con milioni di abitanti, ma a Ethan spesso sembrava troppo piccola, troppo piccola per lui e per i suoi sogni. Voleva viaggiare, andare lontano da lì, vedere tutto ciò che c’era al fuori di quella città che a volte gli pareva una prigione. Avrebbe voluto scappare, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa anche solo a pensarlo, suo fratello Finley non avrebbe approvato. I fratelli Marlow erano sempre insieme, lo erano sempre stati e Ethan non avrebbe mai fatto nulla che non avesse avuto la benedizione del fratello, ma il suo sogno di diventare un grande fotografo e girare il mondo era un qualcosa che Finley non vedeva di buon occhio, ma che tuttavia non gli avrebbe nemmeno proibito di fare.
Ethan e Finley erano molto diversi, avevano reagito in modo differente alla morte dei genitori, complice anche la differenza d’età, ma questo aveva determinato anche una certa distanza tra i due di cui però solo Finley pareva averne coscienza. Ethan era un sognatore, un romantico e vedeva sempre il lato buono e migliore delle cose e delle persone, un ingenuo forse, ma lui ripeteva che tutti avevano diritto ad una possibilità Finley per contro era molto più chiuso e guardingo, non si fidava mai di nessuno fino in fondo ed era tutto sommato molto egoista, aveva capito fin da subito che, morti i genitori, poteva contare solo su sè stesso e sotto il peso della responsabilità di essere il primogenito, si prese cura del fratello minore. In pubblico però i ruoli parevano ribaltati, Finley socializzava facilmente ed era l’ospite che tutti volevano ai loro eventi, mentre Ethan era tutto sommato un tipo timido e riservato, tutto lo conoscevano in virtù del fratello maggiore.
Quel giorno Finley, che aveva preso le redini della società di famiglia dopo essersi laureati in tempo record e con i voti migliori del suo corso, sarebbe passato a prendere Ethan per poi cenare insieme nella casa natia che dividevano da sempre seppur Finley avesse anche un attico tutto suo in centro, un luogo in cui portava le sue conquiste per poi non rivederle più. Ci sarebbero volute ancora alcune ora prima dell’arrivo di Finley, così Ethan decise di godersi la giornata al parco.

Fu’ tra i sottili fili d’erba che Ethan vide passare un angelo. Era così giovane e bella, splendidi occhi azzurri e sottili capelli dorati, aveva la pelle chiara e un sorriso innocente stampato in viso.
Ethan sbatté un paio di volte le palpebre, quasi a capire che fosse sveglio o stesse sognando, ma lei era davvero lì.
Senza pensarci due volte Ethan prese la sua macchina fotografica e iniziò a scattare foto a quella delicata creatura. Il cuore del giovane iniziò a battere più forte e più lui guardava la giovane e più nel suo stomaco si allargava un grande buco che pareva non poter mai più essere colmato.
Ethan sbatté un paio di volte le palpebre, quasi a capire che fosse sveglio o stesse sognando, ma lei era davvero lì.
Senza pensarci due volte Ethan prese la sua macchina fotografica e iniziò a scattare foto a quella delicata creatura. Il cuore del giovane iniziò a battere più forte e più lui guardava la giovane e più nel suo stomaco si allargava un grande buco che pareva non poter mai più essere colmato.

Ethan sapeva che se la giovane lo avesse visto si sarebbe quanto meno spaventata, ma era così bella e diversa da chiunque avesse conosciuto prima che non seppe resistere.

Le ragazze che gli presentava suo fratello non vedevano l’ora di essere fotografate, si sentivano tutte troppo belle per non essere immortalate e ammirate da tutti, ma Ethan odiava scattare foto alle persone, nessuno sembrava un soggetto degno dei suoi scatti. Quelle donne e in generale le persone che conosceva e frequentava parevano vuote, insignificanti, non avevano nulla di davvero interessante, non possedevano quella purezza che lui vedeva in quegli angoli di mondo a cui nessuno badava. I paesaggi o gli animali erano i suoi soggetti preferiti e non avrebbe mai rinunciato ad essi per nulla al mondo.
In quella giovane però vide qualcosa di diverso, vide quella purezza che cercava con tanta bramosia nella natura attorno a lui, quella stessa purezza che non vedeva in quel mondo di ricchi e viziati che in un modo o nell’altro avevano in mano le sorti dell’intera città.

Era da quel mondo fatto di apparenze più che di sostanza, ciò da cui Ethan, con la sua macchina fotografica, cercava di fuggire. Una gabbia dorata che era ogni giorno più stretta. “Non è una gabbia se possiedi la chiave per uscire!” diceva Finley “E’ come il gioco degli scacchi, nessuno può darti scacco se tu non glielo permetti. Sii più furbo di loro e sarai tu ad averli messi in gabbia.” ripeteva sempre, ma Ethan non amava questo genere di cose, lui si sentiva sempre sotto costante giudizio da parte di coloro che conoscevano i suoi genitori e si aspettavano da loro la stessa grandezza di cui era stato capace il padre.
Lì in quel parco però sembrava che ci fossero solo lui e quella splendida ragazza, a dividerli solo la macchina fotografica, il filtro da cui Ethan osservava il mondo.

La giovane pareva assorta nei suoi pensieri e non si accorse di Ethan e dei suoi scatti. Il ragazzo stava prendendo coraggio, aveva deciso di presentarsi, chiederle il suo nome. Ethan non era mai stato bravo con le ragazze, non ci sapeva molto fare perchè era troppo timido e il più delle volte finiva col dire cose stupide o banali, il conquistatore, tra lui e Finley, era certamente il fratello. Quel giorno però Ethan si disse che doveva provarci, doveva conoscere il nome della sua nuova musa a tutti i costi, così fece per avvicinarsi, ma il telefono della giovane squillò e dopo qualche istante la ragazza se ne andò via di corsa senza lasciargli il tempo di dire o fare qualsiasi cosa.
Quella sera a cena Ethan raccontò al fratello di aver conosciuto la ragazza più bella del mondo.
- Tutte le ragazze sono “la più bella del mondo”, è così che te le porti a letto! - disse cinico Finley.
- Non si tratta di sesso Fin, quella ragazza è bellissima, sembra così innocente… - disse con gli occhi che gli brillavano, ma il fratello lo interruppè.
- Lo sembrano tutte, finchè appunto non te le porti a letto. Sotto le lenzuola si dimostrano tutte per quello che sono davvero. Fratellino mio, ti ho spiegato mille volte come funzionano queste cose! -
- Non si tratta di sesso Fin, quella ragazza è bellissima, sembra così innocente… - disse con gli occhi che gli brillavano, ma il fratello lo interruppè.
- Lo sembrano tutte, finchè appunto non te le porti a letto. Sotto le lenzuola si dimostrano tutte per quello che sono davvero. Fratellino mio, ti ho spiegato mille volte come funzionano queste cose! -
Ethan non rispose, sapeva che il fratello aveva un’idea ben diversa dalla sua per quanto riguardava i rapporti con le donne, ma il giovane era sicuro che Finley si sarebbe ricreduto non appena avesse incontrato il vero amore.
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