La Luce in fondo al tunnel - Ep. 15

La vita di Veronica procedeva come al solito. Ogni giorno si alzava per andare a lavorare in caffetteria, si occupava del suo piccolo appartamento, dipingeva più che poteva e poi alla sera andava a lavorare al pub di Joe. Tutti i giorni parevano uguali. Quando poteva si vedeva con Ethan, ma nonostante le sue segrete speranze tra i due le cose erano sempre le stesse, dopo la cena al ristorante si erano visti solo un paio di volte poichè i lavori di Veronica mal si conciliavano con la sua vita sociale.
Erano ormai giorni che Veronica non si sentiva molto bene e la giovane iniziava ad avere dei sospetti su quale potesse essere la causa del suo malessere.
Fece finta di nulla e mentì a sè stessa come ormai aveva imparato a fare molto bene, ma alla fine si decise.
Quella mattina prese un giorno libero dai suoi lavori, uscì presto e rientrò a casa il prima possibile, doveva sapere la verità una volta per tutte. Si chiuse in bagno, quasi che qualcuno potesse interromperla, rimase lì per un tempo interminabile.
Fece finta di nulla e mentì a sè stessa come ormai aveva imparato a fare molto bene, ma alla fine si decise.
Quella mattina prese un giorno libero dai suoi lavori, uscì presto e rientrò a casa il prima possibile, doveva sapere la verità una volta per tutte. Si chiuse in bagno, quasi che qualcuno potesse interromperla, rimase lì per un tempo interminabile.

- Oh avanti, avanti… - mormorava tenendo in mano l’ennesimo test di gravidanza. Sapeva che era inutile, tutti gli altri avevano dato lo stesso risultato ed era sciocco aspettarsi un responso diverso.

- Ti prego, ti prego, ti prego… - supplicò chiudendo gli occhi, l’attesa pareva infinita e lei si sentiva logorare dentro.
Finalmente i minuti d’attesa finirono e il responso comparve sul test: era positivo, come tutti gli altri.
Finalmente i minuti d’attesa finirono e il responso comparve sul test: era positivo, come tutti gli altri.

- Oh no! - mormorò cercando di trattenere le lacrime.
La disperazione si impossessò di lei, non poteva avere un bambino, non poteva essere davvero incinta. Si domandò come fosse stato possibile, come aveva potuto essere così stupida. Le tornarono alla mente le parole di sua nonna: “Se ti fai mettere incinta da qualche ragazzaccio abbi la compiacenza di usare il cognome di tua madre e non quello del mio rispettabile figlio.” quante volte si era sentita dire quella frase, e ancora “Quelle come te finiscono sempre col farsi ingravidare da qualche uomo di passaggio.” e ora Veronica non poteva far altro che darle ragione.
La disperazione si impossessò di lei, non poteva avere un bambino, non poteva essere davvero incinta. Si domandò come fosse stato possibile, come aveva potuto essere così stupida. Le tornarono alla mente le parole di sua nonna: “Se ti fai mettere incinta da qualche ragazzaccio abbi la compiacenza di usare il cognome di tua madre e non quello del mio rispettabile figlio.” quante volte si era sentita dire quella frase, e ancora “Quelle come te finiscono sempre col farsi ingravidare da qualche uomo di passaggio.” e ora Veronica non poteva far altro che darle ragione.
Rimase chiusa in quel bagno per un tempo indefinito, incapace di uscire, come se facendolo tutto sarebbe diventato improvvisamente più reale. Come se, rimanere chiusa lì, potesse proteggerla dalla nuda verità che si trovava davanti.
Non sentì bussare, ne aprire la porta, ma ad un certo punto sentì la voce di Noah al di là di quella porta chiusa, quel l’ultimo scudo tra lei e la vita che la stava attendendo.
- Ehy Ver, tutto bene? - chiese un preoccupato Noah.
- Sì… - mormorò Veronica - Sono qui, entra. - disse alzando il tono di voce quanto bastava per essere udita.
- Sì… - mormorò Veronica - Sono qui, entra. - disse alzando il tono di voce quanto bastava per essere udita.

Noah entrò titubante nel bagno, stava per dire qualcosa di divertente per sdrammatizzare una situazione che per lui appariva alquanto imbarazzante, ma quando vide Veronica si zittì.

La giovane aveva gli occhi rossi e il viso rigato dalle lacrime.
- Che succede Ver? - chiese il ragazzo, per poi darsi dello stupido per aver fatto quella domanda un istante dopo aver visto i test di gravidanza sparsi su tutto il pavimento.

- Ho combinato un casino Noah! - disse scoppiando a piangere. - Sono incinta! - decidendosi così ad ammettere quella verità tanto scomoda e tanto ingombrante che ormai non poteva più fingere che non esistesse.
Noah si avvicinò a lei e la aiutò ad alzarsi.
- Vieni qui, usciamo da questo bagno. - e così dicendo la guidò nell’altra stanza dove Veronica si bloccò. Noah la guardò, era in lacrime e lui non sopportava di vederla così. La abbracciò forte dicendole:
- Vieni qui, usciamo da questo bagno. - e così dicendo la guidò nell’altra stanza dove Veronica si bloccò. Noah la guardò, era in lacrime e lui non sopportava di vederla così. La abbracciò forte dicendole:
- Andrà tutto bene, vedrai! - voleva tranquillizzarla, odiava l’idea che lei potesse piangere.
- No, invece… Non andrà tutto bene Noah, sono incinta e non ho la minima idea di come affrontare tutto questo. - era davvero disperata.
- No, invece… Non andrà tutto bene Noah, sono incinta e non ho la minima idea di come affrontare tutto questo. - era davvero disperata.

- E’ di quel tuo amico, vero? - chiese Noah pur sapendo già la risposta. Fin dalla prima volta aveva capito che tra i due c’era qualcosa e fin dalla prima volta si era sentito geloso di quel l’uomo che stava accanto alla sua Veronica.
- Lui… lui non è mio amico, è solo un uomo che ho conosciuto in un bar. - confessò Veronica rendendosi conto di quanto poco conosceva Ethan e di quanto lei fosse stata stupida a buttarsi tra le due braccia con tanta facilità.
Noah non fece altre domande, non voleva sapere altro, non voleva nemmeno immaginare la sua piccola e adorata Veronica tra le braccia di quel Ethan. Il giovane la strinse a sè, i battiti del suo cuore che acceleravano, non poteva più ignorare i suoi sentimenti per lei.
Noah non fece altre domande, non voleva sapere altro, non voleva nemmeno immaginare la sua piccola e adorata Veronica tra le braccia di quel Ethan. Il giovane la strinse a sè, i battiti del suo cuore che acceleravano, non poteva più ignorare i suoi sentimenti per lei.
- Non preoccuparti, non ti lascerò da sola. - disse accarezzandole la testa. - Ci sono io qui, qualsiasi cosa vorrai fare io sarò con te. - sussurrò dolcemente continuando ad accarezzarla e a stringerla tra le braccia. Veronica singhiozzava, incapace di fermare le lacrime.

Passò parecchio tempo, Noah le preparò un thè e dei biscotti così che potesse mangiare qualcosa. Asciugò le sue lacrime e parlò con lei senza mai giudicarla e valutando le varie possibilità. Veronica non aveva molta voglia di parlare e tanto meno di raccontare del suo rapporto con Ethan, disse solo che probabilmente lui non ne avrebbe voluto saper nulla, certo non ne era sicura, ma a quel punto lei sapeva di non poter fare affidamento su altri se non su sè stessa. Noah si rivelò splendido come sempre, un ottimo ascoltatore, una spalla su cui piangere, ma soprattutto qualcuno che non sarebbe sparito nel nulla come avevano fatto tutti gli uomini della sua vita fino a quel momento.
Era ormai tardo pomeriggio quando Veronica, stanca e senza più lacrime, si addormentò tra le braccia di Noah. Il giovane la tenne stretta a sè e tanti pensieri gli si affollarono nella mente, avrebbe voluto confessarle i suoi sentimenti. Aveva intenzione di prendersi cura di lei e anche del bambino se avesse deciso di tenerlo, ma al solo pensiero che lei potesse scegliere l’altro uomo si sentiva un enorme buco nello stomaco, una voragine pronta ad inghiottirlo. Noah non sapeva cosa avrebbe fatto Veronica e probabilmente nemmeno lei sapeva bene cosa fare, ma giurò a sè stesso che avrebbe tentato l’impossibile pur di rivederla di nuovo sorridere, anche se questo poteva significare rinunciare a lei.

Passarono un po’ di giorni e Ethan invitò Veronica a casa sua, così come aveva fatto tante altre volte in passato e lei accettò. La giovane non aveva ancora deciso cosa fare, come e se dire a Ethan quello che stava succedendo.
Arrivata al loft dell’uomo, lui la accolse gentile come sempre.
- Allora, tutto bene il lavoro? - chiese - Stai sempre dipingendo, vero? - domandò ancora e il suo interesse era sincero.
Veronica era più nervosa del solito, ma raccontò a Ethan le ultime novità. La sua testa però era altrove, continuava a pensare a quella piccola vita che stava crescendo dentro di lei.
- Allora, tutto bene il lavoro? - chiese - Stai sempre dipingendo, vero? - domandò ancora e il suo interesse era sincero.
Veronica era più nervosa del solito, ma raccontò a Ethan le ultime novità. La sua testa però era altrove, continuava a pensare a quella piccola vita che stava crescendo dentro di lei.

Parlarono come al solito di lei e lui, come al solito, evase brevemente le domande che lo riguardavano. Tra loro, si rese conto Veronica, non avrebbe mai potuto esserci nulla di più di ciò che c'era sempre stato.
Ethan si avvicinò e attirandola a sè la baciò. Veronica sentì un brivido lungo la schiena e quella volta capì che era paura la sua. Non era Ethan l’uomo che voleva accanto, non era una vita nel lusso, tra eventi alla moda e ristoranti blasonati ciò che desiderava.
Ethan si avvicinò e attirandola a sè la baciò. Veronica sentì un brivido lungo la schiena e quella volta capì che era paura la sua. Non era Ethan l’uomo che voleva accanto, non era una vita nel lusso, tra eventi alla moda e ristoranti blasonati ciò che desiderava.

Ecco che adesso quella sensazione di minaccia incombente si fece prepotentemente spazio in lei e Veronica non la ostacolò più, capì che quel l’uomo aveva avuto su di lei un’influenza negativa, si rese conto della perversa spirale in cui era caduta. Veronica iniziò a vedere molto chiaramente la sua discesa verso un’inferno buio e cocente nel quale si era lasciata condurre con tanta facilità, ma lei non era una vittima innocente, lei lo aveva voluto, non aveva mai detto di no, aveva accettato tutto questo e solo ora se ne rendeva conto, solo ora se ne pentiva.
All’improvviso allontanò Ethan da lei, arrabbiata più con sè stessa che con l’altro.

- NO! - urlò. Era quel no che non aveva mai detto prima, era l’urlo della sua anima che finalmente trovava voce insieme ad una rinnovata forza di volontà. Veronica non avrebbe mai più permesso che quel l’uomo la toccasse, non avrebbe permesso che si avvicinasse ancora a lei e a quella piccola vita che le portava in grembo.
Era stata sciocca e ingenua, non aveva voluto vedere la realtà per quella che era. A Ethan non era mai importato davvero di lei, voleva solo divertirsi e finalmente Veronica capì che tutte quelle proposte, quei giochi, che lui aveva fatto con lei erano solo un modo per esercitare il suo perverso senso di controllo. Divenne una furia.
Ethan si stupì della reazione di lei, non capiva cosa stesse succedendo e glielo chiese.
- Che hai? - domandò quindi stupito.
- TU! - iniziò a urlare lei. - Tu devi stare lontano da me! Hai capito? Sei solo un bastardo manipolatore, non voglio vederti mai più, ti voglio lontano da me. - sbraitò puntandogli il dito contro. - Cancella il mio numero, dimenticati di me e soprattutto distruggi le mie foto. Ethan Marlow, tu per me sei morto! - concluse e senza attendere risposta se ne andò per sempre da quel loft.
- TU! - iniziò a urlare lei. - Tu devi stare lontano da me! Hai capito? Sei solo un bastardo manipolatore, non voglio vederti mai più, ti voglio lontano da me. - sbraitò puntandogli il dito contro. - Cancella il mio numero, dimenticati di me e soprattutto distruggi le mie foto. Ethan Marlow, tu per me sei morto! - concluse e senza attendere risposta se ne andò per sempre da quel loft.

Ethan non disse nulla, non reagì. Se quella sera Veronica non avesse sbottato con lui, sarebbe comunque stata l’ultima sera che avrebbero passato insieme.
Lei avrebbe pensato che lui si fosse stancato di lei, così come lo avrebbero pensato le persone che lo conoscevano, ma c’era qualcosa in più, qualcosa di diverso che albergava in lui.
Lei avrebbe pensato che lui si fosse stancato di lei, così come lo avrebbero pensato le persone che lo conoscevano, ma c’era qualcosa in più, qualcosa di diverso che albergava in lui.
Ripensando a quella sera Veronica si sentì in colpa per come aveva trattato Ethan, lui era sempre stato gentile con lei, le aveva fatto molti regali costosi e se anche a volte era stato un vero stronzo e si era approfittato della sua ingenuità era stata lei a permetterglielo e non si meritava un simile trattamento. Avrebbe voluto chiedergli scusa, ma non lo fece mai.
Veronica aveva imparato una grande lezione da quella sua avventura e ora era un po’ meno ragazza e un po’ più donna, era maturata e da quel momento in poi avrebbe affrontato la vita in modo diverso, non avrebbe mai più permesso a nessuno di mettere a nudo la sua anima.
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