Incontri - Ep. 3

Veronica adorava il suo nuovo appartamento, la sua nuova vita, finalmente si sentiva libera. Non doveva più nascondersi, essere qualcuno che non era per compiacere la nonna. Adesso però era tutto diverso, adesso poteva esprimere tutta sè stessa attraverso la sua arte, quella passione sempre viva in lei fin da piccola, ma che tanto faceva infuriare sua nonna.
Veronica era una ragazza forte, era sopravvissuta a momenti davvero terribili, al dolore della perdita dei genitori e a tutte le angherie della donna con cui era stata costretta a vivere, ma era anche molto sensibile e questo la faceva sentire più fragile di quanto non fosse in realtà. Poter dipingere era liberatorio, si sentiva felice ed era come se la sua mano si muovesse da sola sulla tela, sapeva esattamente quali colori usare per creare l’effetto che voleva. Ogni pennellata veniva direttamente dal cuore e il colore si imprimeva sulla tela e le dava vita animandola dei sogni di Veronica, della sue visioni e delle sue aspettative. Le sue opere erano vivide e ricche di colori sgargianti, erano lo specchio della sua anima e della sua allegria interiore che mai si era spenta, nemmeno nei momenti peggiori.
Veronica era una ragazza forte, era sopravvissuta a momenti davvero terribili, al dolore della perdita dei genitori e a tutte le angherie della donna con cui era stata costretta a vivere, ma era anche molto sensibile e questo la faceva sentire più fragile di quanto non fosse in realtà. Poter dipingere era liberatorio, si sentiva felice ed era come se la sua mano si muovesse da sola sulla tela, sapeva esattamente quali colori usare per creare l’effetto che voleva. Ogni pennellata veniva direttamente dal cuore e il colore si imprimeva sulla tela e le dava vita animandola dei sogni di Veronica, della sue visioni e delle sue aspettative. Le sue opere erano vivide e ricche di colori sgargianti, erano lo specchio della sua anima e della sua allegria interiore che mai si era spenta, nemmeno nei momenti peggiori.

Ogni mattina Veronica dipingeva le sue tele, poi si dedicava alla ricerca di un lavoro, aveva già mandato molti curriculum e fatto alcuni colloqui, ma non era mai andata molto bene. Quella sera andò in uno dei pub di cui le aveva parlato Noah per parlare con il proprietario nella speranza di farsi assumere.
Il posto non era molto lontano da casa e vi arrivò in fretta, Veronica era impaziente di parlare col proprietario ed era sicura che quella volta poteva essere quella giusta. Il locale non era molto affollato quando arrivò, Joe, il proprietario, era già al lavoro e Veronica non perse tempo, si avvicinò e si presentò spiegandogli che era venuta per quel posto da barista.

- Beh ragazzina qui nei weekend è un vero inferno, la gente fa’ la coda e io ho un mucchio di cose a cui star dietro, voglio qualcuno che abbia esperienza… - disse pragmatico Joe.
- Io non sono una ragazzina, ho vent’anni e lavoro da quando ero piccola, ho lavorato nei pub e nelle caffetterie per molto tempo, conosco il lavoro e ti garantisco che non dovrai starmi dietro. - disse sicura Veronica, voleva quel lavoro a tutti i costi, le serviva o si sarebbe presto ritrovata senza casa. - Dammi una possibilità, ti dimostrerò che ci so fare! - aggiunse sempre più decisa ad ottenere l’incarico.
- Io non sono una ragazzina, ho vent’anni e lavoro da quando ero piccola, ho lavorato nei pub e nelle caffetterie per molto tempo, conosco il lavoro e ti garantisco che non dovrai starmi dietro. - disse sicura Veronica, voleva quel lavoro a tutti i costi, le serviva o si sarebbe presto ritrovata senza casa. - Dammi una possibilità, ti dimostrerò che ci so fare! - aggiunse sempre più decisa ad ottenere l’incarico.
Joe la squadrò da capo a piedi e infine si decise:
- D’accordo ragazzina, vediamo cosa sai fare e poi deciderò, ma sappi che ho fatto altri colloqui, non sei la sola che cerca lavoro in città. - Joe parlava chiaro e questo a Veronica piaceva.
Senza farselo ripetere due volte si mise dietro al bancone e iniziò a lavorare come tante volte prima di allora, era certa che avrebbe fatto una buona impressione.
- D’accordo ragazzina, vediamo cosa sai fare e poi deciderò, ma sappi che ho fatto altri colloqui, non sei la sola che cerca lavoro in città. - Joe parlava chiaro e questo a Veronica piaceva.
Senza farselo ripetere due volte si mise dietro al bancone e iniziò a lavorare come tante volte prima di allora, era certa che avrebbe fatto una buona impressione.


Il locale iniziò presto a riempirsi, ma Veronica sapeva come gestire il lavoro, era veloce, gentile e sapeva cosa doveva fare. Joe la osservò tutta la sera mentre sbrigava le sue faccende, controllava i tavoli e si occupava del Dj e dei camerieri. A fine serata si congratulò con lei per il buon lavoro svolto, le disse che avrebbe finito i colloqui già fissati e le avrebbe fatto sapere qualcosa. Veronica sapeva di esser stata brava e di averlo impressionato, aveva una strana sensazione, sperava davvero di ricevere presto sue notizie.
Era davvero molto tardi quando Veronica lasciò il pub di Joe, gli autobus erano entrati nel turno notturno e questo significava poche corse, così decise di tornare a piedi, così come era venuta.
Era quasi tornata al quartiere delle spezie quando sentì dei passi dietro di lei. Veronica iniziò a camminare più veloce, ma quel rumore di passi dietro di lei era sempre lì, qualcuno la stava seguendo. Il cuore della giovane iniziò a battere più forte, non sapeva cosa fare, così decise di affrontare le sue paure e si voltò indietro mentre continuava a camminare. Voleva sapere chi la seguiva, ma allo stesso tempo voleva esser pronta a scappare qualora ce ne fosse stata la necessità.
Era quasi tornata al quartiere delle spezie quando sentì dei passi dietro di lei. Veronica iniziò a camminare più veloce, ma quel rumore di passi dietro di lei era sempre lì, qualcuno la stava seguendo. Il cuore della giovane iniziò a battere più forte, non sapeva cosa fare, così decise di affrontare le sue paure e si voltò indietro mentre continuava a camminare. Voleva sapere chi la seguiva, ma allo stesso tempo voleva esser pronta a scappare qualora ce ne fosse stata la necessità.

BOOM! Veronica scontrò qualcosa, anzi qualcuno! Un uomo più grande di lei, tutto vestito di nero.
La giovane si spaventò, pensò di essere in trappola mentre l’uomo davanti a lei la teneva per le braccia.
La giovane si spaventò, pensò di essere in trappola mentre l’uomo davanti a lei la teneva per le braccia.
- Lasciami andare bastardo! - esclamò spingendo via l’uomo.

L’uomo sembrò stupito da quel gesto, ma certo la sua reazione non tardò ad arrivare, afferrò Veronica e la attrasse verso di sè.

Il cuore di Veronica sembrava impazzire nel suo petto accelerando i battiti, mentre l’adrenalina iniziava a scorrere nelle sue vene. Era una strana sensazione, aveva paura, ma allo stesso tempo quando i suoi occhi incontrarono quelli dell’uomo in nero qualcosa si sopì in lei e la giovane iniziò lentamente a rilassarsi.
- Ehy tutto bene? - chiese l’uomo con una voce così calda e avvolgente che Veronica quasi si perse al suono di quelle parole senza capire davvero cosa lui le stesse dicendo. - Non voglio farti del male, sei venuta tu addosso a me. - proseguì l’uomo.
A quel punto Veronica parve recuperare l’uso della parola.
- C-come? - chiese vagamente confusa. - Scusa io credevo che… credevo che qualcuno mi stesse seguendo. - balbettò dispiaciuta mentre il cuore riprendeva a battere con maggior regolarità.
A quel punto Veronica parve recuperare l’uso della parola.
- C-come? - chiese vagamente confusa. - Scusa io credevo che… credevo che qualcuno mi stesse seguendo. - balbettò dispiaciuta mentre il cuore riprendeva a battere con maggior regolarità.

L’uomo sembrava piuttosto scocciato, ma non arrabbiato. Veronica realizzò di aver fatto una pessima figura, era così spaventata all’idea che qualche male intenzionato la stesse seguendo che aveva finito col prendersela con chi non c’entrava nulla.
- Capisco! - rispose l’altro. - Sei forestiera, vero? La città può far paura di notte, ma questo è un quartiere tranquillo, per lo più… - disse l’uomo cercando di tranquillizzarla, o così pensò lei.

Veronica si scusò ancora e, salutato l’uomo, fece ritorno al suo appartamento dandosi più volte della stupida durante il breve tragitto.
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