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Il caso non esiste - Ep. 09

Dopo la brutta avventura con Mr Hubbs e la discussione con Finley, Ethan non cercò più di vedere Celia. Si tenne alla larga da ogni evento mondano, dalla casa degli Hubbs ed evitò tutti quei quartieri in cui sapeva esserci delle buone scuole private in cui poteva andare la giovane.
La sua mente però era tormentata dagli occhi della giovane, il suo viso così dolce e il suo angelico della sua voce erano sempre costantemente con lui. A fatica riuscì a preparare gli ultimi esami della sessione estiva e anche i suoi professori parvero poco soddisfatti dei risultati. Finley non mancò di rimproverarlo per questo, ma sapeva che era una battaglia persa.
Ethan credeva a suo fratello, credeva nelle sue capacità e attese giorno dopo giorno che Finely operasse il miracolo promesso. Nulla accadde. Finley era oberato di lavoro e quando aveva del tempo libero gli piaceva trascorrerlo con una delle sue tante ragazze, una diversa ogni volta ovviamente. Le speranze di Ethan però non si spensero certo com’è che Finley ce l’avrebbe fatta.
E Finley in effetti era riuscito a trovare più di un punto debole nella situazione finanziaria di Mr Hubbs, ma il momento era pessimo per l’economia e non ne avrebbe tratto alcun buon profitto, così l’uomo non disse nulla al fratello in attesa di tempi migliori. Finley sapeva che prima o poi la borsa avrebbe cambiato la sua rotta e il suo investimento si sarebbe trasformato in qualcosa di redditizio per lui e per il fratellino, sempre che a Ethan non passasse la sua ossessione per quella biondina, il pensiero però non pareva preoccuparlo.
L’estate era praticamente iniziata e Ethan era finalmente libero dai suoi esami, ma tutto quel tempo libero non sembrava aiutarlo più di tanto, anzi non faceva altro che aumentare le occasioni per pensare alla sua amata Celia. Si era più volte interrogato su quel suo sentimento così forte da andare oltre il ragionevole. Più volte si era detto che non sapeva nulla di lei, ma questo non gli impediva di sentire una morsa allo stomaco ogni volta che per strada vedeva qualcuna che poteva essere la sua Celia. Fu quasi sul punto di andare a parlare con uno specialista, certo di essere ormai impazzito o qualcosa del genere.
Era quasi un’ora che stava fissando il muro davanti a sè perso in quei suoi pensieri, quando Ethan decise che rimanere chiuso in casa era la cosa peggiore da fare, così si vestì e uscì. Era ormai così distratto da quella giovane che non portò nemmeno con sè la sua fidata macchina fotografica. Si recò al parco di San Myshuno, uno dei suoi posti preferiti, i suoi genitori, nel periodo di Natale, lo portavano sempre lì e gli compravano le mele caramellate che lui e Finley tanto adoravano. La perdita dei genitori lo aveva segnato più di quanto volesse ammettere e nemmeno la costante presenza di suo fratello avrebbe mai colmato quel vuoto che portava dentro di sè da quella maledetta notte.
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Una leggera brezza sfiorava il giovane viso di Ethan, accarezzando le acque del laghetto, mentre i cigni nuotavano placidi tra le limpide acque. I rumori della città si sentivano in distanza coperti dai suoni delle piccole onde del lago, dal fruscio delle foglie degli alberi e dal canto degli uccelli. Ethan non sentiva e non vedeva nulla, fissava dritto davanti a sè mentre la sua mente vagava lontana.
Quel parco era così grande, in molti andavano lì per passare un po’ di tempo in tranquillità, studiare, fare jogging oppure semplicemente per godersi una bella passeggiata immersi nel verde. In lontananza si sentivano le grida e le risate dei bambini che giocano nell’area attrezzata con i giochi per i più piccoli. 
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Ethan sospirò richiamato in quel luogo dal suono di una sirena in lontananza. Si voltò verso la direzione da cui proveniva il suono, ma sapeva già che gli alberi e le siepi non gli avrebbero permesso di vedere molto. Lentamente riportò lo sguardo sul lago, o almeno ci provò, qualcosa attirò indietro la sua attenzione. Il cuore iniziò a battergli a mille, non poteva crederci, non poteva essere una caso, lui lo sapeva: il caso non esiste. Eppure lei era lì, a pochi metri da lui, anche lei lì a fissare il lago immersa nei suoi pensieri.
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