Ciò che non sono - Ep. 4

Veronica era riuscita ad ottenere il lavoro presso il pub di Joe e questo la rendeva molto felice anche se non avrebbe iniziato prima di una settimana. Approfittando del molto tempo libero la ragazza decise di preparare un po’ di opere da portare presso le gallerie cittadine nella speranza che qualcuno le desse la possibilità di fare una mostra oppure la assumesse come tirocinante. Un lavoro nel campo artistico era ciò che più desiderava nella sua vita.
Quella sera però Veronica aveva altri programmi, una sua vecchia compagna di scuola che si era trasferita a San Myshuno un anno prima di lei, l’aveva invitata ad uscire insieme. Veronica era rimasta piuttosto sorpresa, nella sua vecchia città nessuno l’aveva mai invitata a fare qualcosa che non riguardasse la scuola; certo lei non avrebbe mai potuto accettare un invito del genere perchè la nonna glielo avrebbe proibito, ma ora quella donna era morta e lei poteva decidere cosa fare o non fare.

Veronica era certa di essere nel posto giusto, ma della sua amica nessuna traccia. Shania non rispondeva alle sue chiamate e Veronica iniziava ad agitarsi, forse aveva sbagliato giorno, oppure posto. All’improvviso un SMS, era Shania: “Hey Ver, mi dispiace, ma il mio collega si è licenziato facendo una scenata e il capo ci ha tenuti tutti qui per finire un lavoro urgente. Sarà per un’altra volta.”
Veronica ci rimase molto male, aveva davvero voglia di rivedere la sua amica e scambiare quattro chiacchiere con lei. Decise di tornare a casa, ma quel posto era pieno di gente, lei ormai era lì e aveva ancora voglia di divertirsi così cambiò idea ed entrò nel locale.
Veronica ci rimase molto male, aveva davvero voglia di rivedere la sua amica e scambiare quattro chiacchiere con lei. Decise di tornare a casa, ma quel posto era pieno di gente, lei ormai era lì e aveva ancora voglia di divertirsi così cambiò idea ed entrò nel locale.

Veronica era seduta al bancone quando si accorse di conoscere l’uomo seduto accanto a lei, era lo stesso contro cui era finita qualche settimana prima tornando a casa dal pub di Joe.
- Ehy sei tu! - esclamò eccitata, non le capitava mai di incontrare qualcuno che già conosceva lì a San Myshuno.
- Come? - domandò lui alzando il sopracciglio. - Ah la ragazza del vicolo! - rispose l’uomo riconoscendola.
- Come? - domandò lui alzando il sopracciglio. - Ah la ragazza del vicolo! - rispose l’uomo riconoscendola.
I due iniziarono a parlare, lui era un uomo molto educato e affascinante, sapeva sempre cosa dire al momento giusto. Le chiese come era stato il suo rientro a casa e se aveva avuto dei problemi.

Veronica si sentiva un po’ sciocca, ma gli raccontò di come era finita addosso a lui e del fatto che si era trasferita da poco in città. Lui la ascoltava, anche se forse era più gentile che interessato a quanto aveva da dire.
- Che stupida che sono! - disse all’improvviso - Non mi sono nemmeno presentata! Mi chiamo Veronica, piacere. - disse un po’ timida come al solito.
- Molto piacere Veronica, io sono Ethan! - disse lui con quel suo tono caldo e affascinante. C’era qualcosa in Ethan a cui Veronica non sapeva davvero resistere, aveva conosciuto altri ragazzi, anche più belli di lui, ma quell’uomo aveva uno strano fascino che lei apprezzava.
- Posso offrirti qualcosa da bere Veronica? - chiese Ethan gentilmente.
- Molto piacere Veronica, io sono Ethan! - disse lui con quel suo tono caldo e affascinante. C’era qualcosa in Ethan a cui Veronica non sapeva davvero resistere, aveva conosciuto altri ragazzi, anche più belli di lui, ma quell’uomo aveva uno strano fascino che lei apprezzava.
- Posso offrirti qualcosa da bere Veronica? - chiese Ethan gentilmente.

In breve i due iniziarono a bere e a parlare. Lui in effetti non raccontò molto di sè, ma ascoltò attentamente ciò che Veronica aveva da dirgli. A Veronica non mancavano certo le parole, era così stranamente agitata alla presenza di Ethan che non aveva altro modo di combattere quella sensazione che continuare a parlare. Gli raccontò di Willow Creek e dei suoi genitori, degli anni passati con la nonna, ma senza raccontargli quanto in realtà furono duri, gli disse della sua passione per la pittura e della decisione di essersi trasferita in città nella speranza di realizzare il suo sogno.
Ethan la ascoltava, rispondeva e di tanto in tanto raccontava qualcosa di sè o le dava dei consigli su come orientarsi in città.
Ethan la ascoltava, rispondeva e di tanto in tanto raccontava qualcosa di sè o le dava dei consigli su come orientarsi in città.

Veronica lo trovava davvero brillante, aveva un bel modo di fare ed era così gentile e galante, cosa a cui lei non era assolutamente abituata. Ethan non era il genere di uomo che ci prova con una donna a tutti i costi e questo metteva Veronica a suo agio, anche se, in fondo, le sarebbe piaciuto ricevere quel tipo di attenzioni da lui.

Veronica si perdeva negli occhi scuri di Ethan, erano così impenetrabili, così misteriosi e lei si sentiva una bambina insicura davanti a lui sempre così posato e controllato. La giovane non aveva mai conosciuto un uomo così sicuro di sè, senza aver bisogno di essere spavaldo o dimostrarlo a tutti i costi comportandosi da stupido. Veronica si disse che probabilmente la differenza tra Ethan e i ragazzi che aveva conosciuto in passato era che Ethan era un uomo e si comportava come tale, mentre tutti gli altri erano solo ragazzini con la voglia di farsi vedere e ammirare dalle ragazze.

- Vieni sediamoci al quel tavolo. - disse ad un certo punto Ethan indicando un tavolo che si era appena liberato.
I due si sedettero al tavolo e continuarono a parlare di San Myshuno e dei locali alla moda, delle gallerie d’arte e dei festivals. Ethan conosceva la città davvero bene, viveva lì da anni e la conosceva da tutta la vita. A quanto pareva il padre di Ethan era un uomo d’affari della zona dei quartieri alti di San Myshuno e lui e il fratello maggiore passarono molto tempo in città pur vivendo in una lussuosa villa nelle immediate vicinanze della città. Veronica avrebbe voluto chiedergli di più su di lui e la sua famiglia, era curiosa di conoscerlo meglio, ma vedendo il modo evasivo con cui lui parlava di certe cose preferì non essere invadente.
I due si sedettero al tavolo e continuarono a parlare di San Myshuno e dei locali alla moda, delle gallerie d’arte e dei festivals. Ethan conosceva la città davvero bene, viveva lì da anni e la conosceva da tutta la vita. A quanto pareva il padre di Ethan era un uomo d’affari della zona dei quartieri alti di San Myshuno e lui e il fratello maggiore passarono molto tempo in città pur vivendo in una lussuosa villa nelle immediate vicinanze della città. Veronica avrebbe voluto chiedergli di più su di lui e la sua famiglia, era curiosa di conoscerlo meglio, ma vedendo il modo evasivo con cui lui parlava di certe cose preferì non essere invadente.
L’ora si fece tarda e il locale iniziava a svuotarsi, pur essendo ancora pieno di gente che ballava e beveva. Veronica era decisamente affascinata, ed era chiaro che lui se ne fosse accorto da un pezzo, pur senza darlo a vedere.
Gli argomenti iniziarono a scarseggiare e Veronica era sicura che di lì a poco si sarebbero salutati. Ethan però la sorprese, sia alzò dal tavolo e le sussurrò all’orecchio: - Vieni con me! - e prima che lei se ne rendesse conto lui le afferrò la mano e la guidò verso la pista da ballo e poi ancora oltre.
Gli argomenti iniziarono a scarseggiare e Veronica era sicura che di lì a poco si sarebbero salutati. Ethan però la sorprese, sia alzò dal tavolo e le sussurrò all’orecchio: - Vieni con me! - e prima che lei se ne rendesse conto lui le afferrò la mano e la guidò verso la pista da ballo e poi ancora oltre.

Veronica non capiva dove lui la stesse conducendo, ma non fece domande. La mano di Ethan era così morbida, ma allo stesso tempo aveva una presa sicura seppur non invasiva. Il tocco della mano di lui le dava uno strano brivido lungo la schiena, qualcosa che non le era mai capitata prima di allora.
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Ethan la portò nei bagni del locali, chiuse a chiave la porta dietro di sè e stringendola la baciò.

Quando le labbra di Ethan sfiorarono le sue, Veronica sentì il cuore battere all’impazzata. La passione con cui lui la stringeva a sè e la baciava, la faceva sentire così desiderata, bella in certo senso. Lui la voleva, lei lo sapeva e lo voleva. Veronica non era mai stata il tipo di ragazza che si concedeva al primo appuntamento, tanto meno ad uno sconosciuto e assolutamente mai nei bagni di un locale pubblico.

Ethan la spinse verso il muro, la guardò per un istante negli occhi, quasi a chiederle tacitamente il permesso, ma lei era completamente ammaliata da lui, i due si baciarono ancora. Ethan non perse tempo e capendo che anche lei lo voleva le sfilò il vestito lasciandolo scivolare a terra.

L’uomo inziò a baciarle il collo mentre allentava i suoi pantaloni. Veronica lo strinse a sè, voleva essere sua, voleva sentirlo dentro di sè e solo in quel momento si rese conto non solo di quanto lo voleva, ma anche di quanto lo aveva voluto per tutta la serata. Veronica non era così, non lo era mai stata, ma quell’uomo appena conosciuto era diverso, lui aveva qualcosa a cui lei non era in grado di dire di no.

Lui la sollevò con facilità e lei si strinse a lui come se non volesse più lasciarlo andar via. Gemette mentre lui la penetrava, lì in quello squallido bagno. In un’altra occasione avrebbe di no, non si sarebbe mai sentita a suo agio a fare sesso con uno sconosciuto in un locale pubblico, si sarebbe sentita una sgualdrina e forse lo era… NO! Lei non era così! Eppure ora era lì tra le braccia di un uomo di cui non sapeva nulla, un uomo che ora era dentro di lei e che lei voleva e desiderava con tutta sè stessa. Lui la faceva ansimare e gemere di piacere, mentre continuava a baciarla e premerla contro il muro, la stringeva a sè e la faceva sua.

Ad un certo punto Ethan la costrinse a voltarsi e lei non riuscì a dirgli di no. Lui era decisamente un uomo passionale, ma non rude, la fece appoggiare al muro e la penetrò ancora e ancora. Lei non aveva mai provato un piacere simile con nessun altro ragazzo, voleva che non finisse mai. Ethan le strinse il seno con la mano e le gemette di piacere, lui si eccitò nel sentirla sua, nel sentirla gemere ai suoi gesti. Il ritmo divenne più veloce e Veronica sentiva la testa girarle, più tardi avrebbe dato la colpa all’alcool per tutto ciò che era successo, ma ad essere onesta sapeva di non aver bevuto abbastanza. Veronica era completamente abbandonata ai gesti di Ethan, al suo volere e non desiderava altro che sentirlo dentro di sè in quel modo, sentirsi sua. Lui la strinse di più e dopo poco venne e lei con lui.
Le gambe di Veronica tremavano appena mentre i due si rivestivano velocemente per poi sgattaiolare fuori dal bagno e successivamente dal locale. Una volta fuori si scambiarono velocemente il numero di telefono con l’intenzione di rivedersi ancora.
Le gambe di Veronica tremavano appena mentre i due si rivestivano velocemente per poi sgattaiolare fuori dal bagno e successivamente dal locale. Una volta fuori si scambiarono velocemente il numero di telefono con l’intenzione di rivedersi ancora.
Veronica tornò a casa ancora eccitata dal modo in cui si era conclusa la serata, il suo cuore batteva forte e si chiedeva cosa sarebbe successo quando si sarebbero rivisti, SE si sarebbero rivisti. “Io non sono così!” continuava a ripetersi, ma Ethan le piaceva in un modo che nemmeno lei riusciva a razionalizzare del tutto. Dopo tutto quella fu una bella serata proprio come aveva sperato, ma inaspettatamente fu anche una serata che non aveva mai osato sperare.
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